Descrizione
PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO, UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .
THE BEATLES
back in the U.S.S.R. / twist and shout
Disco Singolo 45 giri , 1976, this is late 80’s reissue, maybe taken from a box set / forse proviene da un cofanetto di diversi singoli, EMI PARLOPHONE, R 6016, UK
OTTIME CONDIZIONI, vinyl ex++ , cover ex++.
Back in the U.S.S.R. è un brano di John Lennon e Paul McCartney del 1968, inizialmente apparso come traccia d’apertura dell’album The Beatles, altrimenti noto come Album bianco (1968).
Uscito successivamente come lato B di un singolo a fine 1968, fu ristampato come lato A nel 1976 per la EMI / Parlophone.
Registrazione
Il brano fu registrato durante le sedute per l’album The Beatles il 22 e 23 agosto 1968 negli studi londinesi della EMI ad Abbey Road. Nella seduta di missaggio dell’album, curata da Lennon, McCartney e George Martin, fu deciso di utilizzarlo come traccia d’apertura.
Alla registrazione erano presenti tre dei quattro membri del gruppo: Ringo Starr,
infatti, dopo un litigio occorso durante la prima sessione di prove,
aveva lasciato il lavoro e si era preso un periodo di vacanza,
trascorso in Sardegna. La parte di batteria fu, quindi, principalmente curata da Paul McCartney, che nel brano suona anche il pianoforte oltre, ovviamente, al basso elettrico.
Le chitarre sono, invece, di George Harrison e John Lennon, il quale fornisce nel brano anche il rinforzo vocale.
Come caratteristica tecnica, il brano è un rock and roll veloce, l’ultimo del suo genere nella discografia del gruppo, concepito nella struttura AABCBA, con un assolo di chitarra sulla stessa tonalità della strofa.
Benché ascritto formalmente alla coppia Lennon / McCartney, il brano è quasi interamente di quest’ultimo, Lennon essendosi solamente limitato a fornire un rinforzo di chitarra nella parte strumentale.
Esso è tuttora eseguito nelle performance dal vivo di Paul McCartney: Back in the U.S.S.R. è incluso, per esempio, nel suo album live Tripping the Live Fantastic (1990).
Origine e crediti
Come dichiarò Paul McCartney nel 1984 a Playboy, il brano fu concepito al contempo come parodia e tributo al rock and roll del Chuck Berry di Back in the U.S.A. e al surf rock dei Beach Boys di California Girls («Mi piaceva l’idea di parlare delle ragazze georgiane e di trattare luoghi quali l’Ucraina come se fossero la California»).
Il brano, che inizia sui reattori di un aeroplano al decollo, narra in prima persona di un uomo che torna in Unione Sovietica partendo da Miami su un volo della BOAC, all’epoca compagnia britannica di voli a largo raggio. La narrazione gioca sulle assonanze in inglese tra Stati Uniti (U.S.) e Unione Sovietica
(U.S.S.R.), per cui, in chiusura della seconda strofa, compare la
sequenza «Back in the U.S. / Back in the U.S. / Back in the U.S.S.R.»,
mentre nel refrain le ragazze ucraine «stendono» il protagonista, laddove quelle di Mosca gli ricordano che la Georgia (intesa come l’allora repubblica dell’URSS) «è sempre nella sua mente», chiaro riferimento a Georgia on My Mind, famosa per l’esecuzione di Ray Charles (in cui la Georgia di cui si parla è lo Stato degli USA).
Infine, il titolo del brano conteneva anche una connotazione satirica rivolta al governo britannico: nei primi mesi del 1968 fu organizzata una campagna, di breve durata, dal titolo I’m backing Britain (Io sostengo la Gran Bretagna), a opera dell’allora primo ministro Harold Wilson, tesa a promuovere e a sostenere il commercio interno e la produzione del Regno Unito; tuttavia, in agosto dello stesso anno, la campagna era già stata di fatto dismessa.
Ricezione da parte del pubblico
In Italia Back in the U.S.S.R. uscì il 18 dicembre 1968 come lato B del 45 giri Ob-La-Di, Ob-La-Da, brano anch’esso incluso nell’Album bianco. Il disco giunse fino al 6° posto della Hit parade.
Nel 1976, per l’etichetta EMI/Parlophone, il brano fu pubblicato come lato A di un 45 giri che vide Twist and Shout sull’altra facciata.
Back in the U.S.S.R. sollevò, paradossalmente, critiche da ambo i lati della cosiddetta Cortina di ferro: laddove l’Intelligencija sovietica considerava i Beatles quale simbolo più visibile ed emblematico della decadenza del capitalismo occidentale, gli ambienti americani
più conservatori (in particolare la nazionalista e anticomunista John
Birch Society) accusarono la canzone, e gli stessi Beatles, di fare
propaganda comunista e filosovietica,
in particolare in riferimento alle frasi di chiusura delle strofe («I’m
back in the U.S.S.R. / You don’t know how lucky you are, boy», «Torno
in URSS, non sai la fortuna che hai, ragazzo…»).
Nel 1988 Paul McCartney pubblicò una compilation destinata al mercato sovietico, dal titolo Снова в СССР (Snova v SSSR, Ritorno in URSS), traduzione russa dell’inglese Back in the U.S.S.R.; tale lavoro, dopo la caduta del Muro, fu pubblicato anche nel Regno Unito e nel resto del mondo con l’aggiunta di un brano.
Altre versioni e cover
Essendo un brano composto sostanzialmente da Paul McCartney,
questi l’ha sistematicamente proposto nel corso delle sue esibizioni
dal vivo; altri artisti hanno reinterpretato tale canzone: tra le performance più note figurano quella dei Dead Kennedys nel 1979, inclusa nel loro album dal vivo Live at the Deaf Club, quella di Billy Joel, presente anche nell’album del suo tour sovietico Концерт (Koncert, 1987), quella, sempre live, dei Guns N’ Roses del 2006 alla Wembley Arena, ribattezzata Back in the Fucking UK. Sempre del 2006 è una versione hard rock del brano, a opera di Lemmy Kilmister, bassista dei Motörhead, come parte dell’album Butchering The Beatles (letteralmente Macellando i Beatles ).
Lo stesso McCartney, durante una performance dal vivo a Liverpool nel giugno 2008, eseguì Back in the U.S.S.R. accompagnato alla batteria da Dave Grohl, voce e chitarra dei Foo Fighters.
Più recentemente, la canzone è stata eseguita nel marzo 2009 ancora da Billy Joel in coppia con Elton John nel loro tour congiunto, durante un medley che includeva un altro brano tratto dall’Album bianco dei Beatles, Birthday.
- Interprete: The Beatles
- Etichetta: Emi Parlophone
- Catalogo: R 6016
- Data di pubblicazione: around 1987
- Matrici : 7YCE 21787 – 1 Q3 / 7YCE 21788 – 1 Q3
- Supporto:vinile 45 giri
- Dimensioni: 17,4 cm.
- Facciate: 2
- Black sleeve with circle window / copertina nera con finestra circolare
Brani / TracksLATO A
LATO B
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“Back in the U.S.S.R.,” the opening track on The Beatles (aka The White Album), was both a tribute to and a satire of traditional rock forms that had formed the foundation of the Beatles‘ sound, even if the group had spent most of their career transcending those foundations. There was a Chuck Berry chug to the verses — indeed, the words were a spin on Berry‘s “Back in the USA” — and an explicit emulation of the Beach Boys‘ high harmonies on the bridge. ( The Beach Boys influence is perhaps attributable to Beach Boys singer Mike Love, whom McCartney had spent time with in early 1968 when studying with the Maharishi
in India, and who had suggested the idea for the song in the first
place.) In a sense it was a pastiche, and for those critics that favor
intense personal expression over craftsmanship, it might be judged as
unduly superficial. Within the limits of the pastiche, however, “Back
in the U.S.S.R.” is at the very top of the genre in quality. The
jet-propelled excitement of the song is established by the opening and
closing sound effects of an airplane taking off and/or landing, and
urgent ascending guitar chords in a boogie rhythm. The Beatles
had recently embraced a back-to-basics rock ethos with their “Lady
Madonna” single, and “Back in the U.S.S.R.” continued that trend, with
one of Paul McCartney‘s
patented forceful hard rock vocals. “Back in the U.S.S.R.” was not
merely a rewrite of a combination of classic 1950s and early-’60s rock
songs, however. Few or, more probably, none of the acts recording in
that style back then would have devised such a sharp, tongue-in-cheek
lyric, talking about a flight so dreadful that you almost threw up,
foxy chicks in Moscow and the Ukraine, and hailing the sound of
balalaikas (instead of guitars) ringing. It was, and still is, unusual
to hear an English lyric singing about Soviet life (should we now say
“former Soviet life”?) in such glowing, sassy, and fun terms, even if
the intent was ironic rather than based on factual experience. Some of
the more boneheaded conservatives of the day, in fact, seized upon
“Back in the U.S.S.R.” as evidence that the Beatles were Communist shills. “Back in the U.S.S.R.,” unlike many other late-’60s Beatles songs, has a straightforward basic arrangement that’s easy to play live, and has been covered from time to time on record; John Fred & the Playboys (of “Judy in Disguise” fame) did a brassy soul version, for instance.
Lyrics:
Flew in from Miami Beach BOAC
Didn’t get to bed last night
On the way the paper bag was on my knee
Man, I had a dreadful flight
I’m back in the USSR
You don’t know how lucky you are, boy
Back in the USSR, yeah
Been away so long I hardly knew the place
Gee, it’s good to be back home
Leave it till tomorrow to unpack my case
Honey disconnect the phone
I’m back in the USSR
You don’t know how lucky you are, boy
Back in the US
Back in the US
Back in the USSR
Well the Ukraine girls really knock me out
They leave the west behind
And Moscow girls make me sing and shout
They Georgia’s always on my my my my my my my my my mind
Oh, come on
Hu Hey Hu, hey, ah, yeah
yeah, yeah, yeah
I’m back in the USSR
You don’t know how lucky you are, boys
Back in the USSR
Well the Ukraine girls really knock me out
They leave the west behind
And Moscow girls make me sing and shout
They Georgia’s always on my my my my my my my my my mind
Oh, show me round your snow peaked
mountain way down south
Take me to you daddy’s farm
Let me hear you balalaika’s ringing out
Come and keep your comrade warm
I’m back in the USSR
Hey, You don’t know how lucky you are, boy
Back in the USSR
Oh, let me tell you honey
Availability:
1967-1970 (Blue Album) (CD)
The Beatles (The White Album) (CD)
The Beatles (UK)
The Beatles (The White Album) (US)
Lead Singer: Paul
Recording: 8/22/68, 8/23/68
Mixing: 8/23/68, 10/13/68
Length: 2:42
Take: 6
What Goes On? Anomalies
0:48 * NEW * Macca misses the snare, and provides an unintentional rimshot. |
1:05 * NEW * A cut, as “Ukraine” comes in. In the right channel, the word comes in a little early, and the cymbal too. This throws the beat off slightly. On the left, the airplane effect drops in level at this point. |
Very End Many people have reported a range of various things said at the end here, “How’s That?”, “How Bout It?”, “Ha ha!”. It’s actually just “I’m Back!” |
Note: I did not write or compile these anomalies. Please don’t email me
Twist and Shout è una canzone interpretata dai Beatles, scritta
da altri autori (Phil Medley e Bert Russell) e portata al successo, per
la prima volta, dal gruppo americano dei The Isley Brothers.
Nel 1961 Phil Spector era già attivo come produttore per conto della Atlantic Records,
quando decise di lanciare un gruppo vocale, i Top Notes. La canzone
scelta risultò Twist and Shout. Questo fatto avvenne prima del
perfezionamento della tecnica elaborata da Spector e definita “Wall of
Sound” (muro del suono). Il compositore Berns non sembrò entusiasta
della registrazione svolta sotto la direzione di Spector e così, quando
gli Isley Brothers decisero di reincidere la canzone, lui si offrì di
produrla per dimostrare a Spector quale fosse il “sound” più adatto per
il brano. Il singolo raggiunse il diciasettesimo posto delle
classifiche statunitensi (#17 USA).
I Beatles incisero la canzone nel loro primo album Please Please Me uscito nel 1963 in Gran Bretagna.
L’intero album, contenente undici canzoni, fu registrato solamente in
dieci ore e Twist and Shout fu l’ultima canzone della serie. Lennon
esausto per la stanchezza causata dalla lunga seduta di registrazione e
infastidito da un mal di gola, realizzò comunque una prestazione vocale
memorabile, anche se George Martin affermò: << Avrei gradito una seconda registrazione…ma John aveva perso la voce >>.
Musica e arrangiamento
Divenne una canzone molto apprezzata dai tifosi calcistici, grazie
al peculiare crescendo corale in sei battute, che rese, peraltro, la
canzone un cavallo di battaglia dei Beatles durante le loro esibizioni
dal vivo (spesso veniva inserita nella scaletta come la canzone di
apertura dei concerti) ideale per creare una atmosfera elettrizzante. È
da menzionare il caratteristico riff di chitarra.
Classifica
Il singolo negli Stati Uniti toccò la prima posizione della classifica di vendite nell’aprile del 1964 vendendo oltre un milione di copie, entrando entro i primi dieci posti un po’ in tutto il mondo. In Gran Bretagna uscì un EP, estratto dall’album che raggiunse la vetta della classifica.
Lyrics:
Well, shake it up baby now
Twist and shout
Come on, come on, come, come on baby now
Come on and work it on out
Well work it on out, honey
You know you look so good
You know you got me goin’ now
Just like I know you would
Well, shake it up baby now
Twist and shout
Come on, come on, come, come on baby now
Come on and work it on out
You know you twist, little girl
You know you twist so fine
Come on and twist a little closer now
And let me know that you’re mine, woo
Ah, ah, ah, ah
Yeah, shake it up baby now
Twist and shout
Come on, come on, come, come on baby now
Come on and work it on out
You know you twist, little girl
You know you twist so fine
Come on and twist a little closer now
And let me know that you’re mine
Well shake it, shake it, shake it, baby now
Well shake it, shake it, shake it, baby now
Well shake it, shake it, shake it, baby now
Ah, ah, ah, ah
Availability:
Anthology 1 (CD)
Please Please Me (CD)
Please Please Me (UK)
Twist And Shout (UK EP)
Introducing The Beatles (US)
Introducing The Beatles (Rerelease) (US)
The Beatles Story (US)
The Early Beatles (US)
Twist And Shout (US 45)
Lead Singer: John
Recording: 11/27/62 (BBC), 2/11/63,
6/17/63 (BBC), 7/3/63 (BBC), 7/16/63 (BBC), 7/17/63 (BBC), 7/30/63
(BBC), 8/1/63 (BBC), 9/3/63 (BBC), 11/4/63 (BBC)
Mixing: 2/25/63
Length: 2:32
Take: 1
What Goes On? Anomalies
1:19 * NEW * In George’s solo, he carries one too many strings on the downstroke of the third pass through the riff. I’ve always liked the chord that this accident makes 🙂 |
1:25 Careful study of Paul’s first “aaah” will show that half way through the pitch flattens slightly. * NEW * I do know that Lewisohn states clearly that this recording >This seems like an edit between two takes, although only I say “seems like” because it is uncharacteristic for John or Thanks to Stephen Moss for pointing out the error that no-one 1 bar John (Note A) 1 bar Paul (Note C#) and George faintly, fade in (Note F#) (Making chord A6th) 1 bar George (Note E) 1 bar Paul (goes to Note G) (Making chord A7th) Then Paul and John jump up notes, I believe John takes Paul’s note (Note C#), Paul goes wild. Let’s see how that grabs people … either way it’s still an anomaly 🙂 |
2:27 “Aaay” during last chord (Paul?) |
2:29 Cough during fadeout – most likely John, after that vocal! * NEW * This has also been suggested as a percussion sound (stick on rim), or hihat. |
Note: I did not write or compile these anomalies. Please don’t email me