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MICHELE L. STRANIERO – COI COMFORTS DELLA RELIGIONE i dischi zodiaco LP 1974 IT

49,00

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Categoria:

Descrizione

PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E  DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO,  UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .

MICHELE LUCIANO STRANIERO
coi comforts della religione

Disco LP 33 giri , I DISCHI DELLO ZODIACO , produzioni d’ essai , distribuzione Vedette Records, VPA 8220 ,  1974 , italy

OTTIME CONDIZIONI,  vinyl ex++/NM ,  cover ex+ , è incluso il libretto allegato di 8 pagine con i testi in latino ed italiano e le note / included 8 pages booklet with notes and lyrics in italian and in latin

Il riformismo intempestivo ed edulcorato ed il tenue fervore iconoclasta dello stridulo strimpellatore e sessantottino chic Michele L. Straniero – azionista cattolico di minoranza inculcato fin dalla tenera età nei convitti salesiani dove fu convertito a cucci, spintoni ed energiche nerbate, poi maturato spiritualmente tra pruriti anarchici, espettorazioni umanitarie, rigurgiti di universalismo e contaminazioni relativistiche, nonchè illustre futuro curatore della collana di libri della Lato Side sulla eletta schiera dei suoi colleghi cantautori – si sfoga e si aizza in questa morigerata e mondana compilation antologica di folk sacrale e devoto modulato in chiave moderna , dove approfitta della compiacenza inconsapevole, oltre che delle perpetue, anche dei solchi, per fare i versetti e scimmiottare strofe, canti e composizioni musicali popolari di stampo religioso, prevalentemente in antico ed aulico latino , reinterpretandoli e riarraggiandoli a modo suo, unendo al chiasso e al baccano del jazz da osteria della band di Patruno e soci connotazioni politiche ed elementi sociali di sponda  antitradizionalista e poco canonica. Un tentativo vano e patetico di armonizzare soprannaturale e terreno, sacro e profano, teoria e prassi, liturgia e dottrina,  peppone e don camillo, e tra le cui più ridicole ed improprie autodefinizioni della pur interessante ed inconvenzionale opera c’è anche quella di “risposta italiana a Jesus Christ Superstar“. E’ l’edizione originale del disco in vinile con la divertentissima copertina dell’ umorista satirico Alfredo Chiappori.

  • Etichetta: I DISCHI DELLO ZODIACO
  • Catalogo: VPA 8220
  • Data di pubblicazione: 1974
  • Data matrici : 15/11/74
  • Supporto:vinile 33 giri
  • Tipo audio: stereo
  • Dimensioni: 30 cm.
  • Facciate: 2
  • Whit 8-pages booklet lyrics and notes / inserto di 8 pagine con note e testi incluso, poly inner sleeve

TRACK LISTING

Facciata A

1.Adoro te devote

2.O salutaris hostia

3.Tu scendi dalle stelle

4.Quasi arcus

5.Voi ch’amate

6.Magdalena

7.Bianco Padre

8.Inno
dell’ottantesimo

Facciata B

 9.Pietà Signor

10.Adeste fidelis

11.Dell’aurora tu sorgi più
bella

12.La Madonnina del Grappa

13.Salve Mater

14.La zolfara

15.Gesù Cristo fa
l’ultima cena

16.Me at ad fede

17.Pange lingua

Sono tutti brani tradizionali, ad eccezione di LA ZOLFARA che è una composizione originale di Michele Straniero

Interprete : MICHELE L. STRANIERO

adattamento di MICHELE L. STRANIERO ed elaborazione di LINO PATRUNO eccetto  7 (Mario Ruccione) e 14 (Straniero/Amodei)

Musicisti

  • TOTO’ DE SERIO, basso in 1-2-3-4-7-8-9-10-11-12-13-14-16-17
  • NOTIS MAVROUDIS , chitarra in 5-6
  • LINO PATRUNO , chitarra in 1-3-4-7-11-12-14-16-17, piano in 2-13, organo in 2, batteria in 7-8-9-10
  • SANTE PALUMBO , piano in 8-9-10, organo in 9-10
  • RENATO RIVOLTA , chitarra in 1-17, flauto traverso in 6-12-16, batteria in 3
  • RICCARDO SCHWAMENTHAL , voce in 15

Direzione e arrangiamenti : LINO PATRUNO

Michele Luciano Straniero (Milano, 27 settembre 1936Torino, 7 dicembre 2000) è stato un cantautore, musicologo e giornalista italiano. Fondatore, a Torino, del gruppo di Cantacronache, viene considerato tra i precursori dell’esperienza diretta dei cantautori italiani; così si è espresso su di lui Umberto Eco:

« Se
non ci fossero stati i Cantacronache e quindi se non ci fosse stata
anche l’azione poi prolungata, oltre che dai Cantacronache, da Michele
L. Straniero, la storia della canzone italiana sarebbe stata diversa.
Poi, Michele non è stato famoso come De André o Guccini, ma dietro
questa rivoluzione c’è stata l’opera di Michele: questo vorrei
ricordare »

Gli inizi: la formazione cattolica a Torino

Straniero ha vissuto sin da bambino a Torino, e nel capoluogo piemontese ha continuato a lavorare. Allievo dei Salesiani, ha nell’adolescenza una formazione cattolica: è infatti un militante dell’Azione Cattolica torinese, dove ha modo di conoscere altri giovani come Umberto Eco, Gianni Vattimo e Furio Colombo (tutti personaggi che in seguito si allontaneranno da questa esperienza).

Proprio con loro e con altri studenti dell’associazione dà vita al periodico Quartodora,
di cui diventa responsabile, che diventa l’espressione dei giovani
cattolici torinesi dissidenti che, legati a esperienze come quelle dei preti operai francesi o della Gioc danno vita a un gruppo intitolato al filosofo Emmanuel Mounier e che in seguito verranno messi nelle condizioni di abbandonare l’Azione Cattolica.

Il cattolicesimo di Straniero emergerà in seguito, oltre che nei suoi studi sulle religioni, anche nelle canzoni (Gesù accoglie in Paradiso i minatori morti a Gessolungo in La zolfara) e nella produzione poetica.

Cantacronache e la scoperta della musica popolare

Straniero si interessa di storia e di folklore, e in particolare di musica popolare:
con l’obiettivo di portare all’interno della musica italiana nuove
istanze legate all’impegno sociale e alle lotte delle classi subalterne,
fonda con il compositore Sergio Liberovici (suo collega alla redazione torinese de L’Unità), il gruppo di Cantacronache,
volto alla creazione di un nuovo tipo di canzone, libera dai cliché
sanremesi e di evasione in genere, al quale prenderanno subito parte
altri intellettuali e musicisti come Fausto Amodei, Emilio Jona, Italo Calvino, Franco Fortini.

Contestualmente a Cantacronache, Straniero inizia anche la ricerca di canti sociali, raccogliendo materiali in Piemonte, Puglia e Sicilia (ma anche nella Spagna
franchista) insieme a Liberovici, Jona e altri; ma nello stesso tempo
si avvia la produzione di materiale originale, per cui Straniero
(presentandosi sempre con l’iniziale del secondo nome di battesimo)
firma alcuni testi, e nascono canzoni come Ballata del soldato Adeodato, Storia di Capodanno, Viva la pace, La zolfara, Partigiani fratelli maggiori,La canzone del popolo algerino. Straniero presta anche la propria voce per alcune registrazioni dell’ambito di Cantacronache; sue le interpretazioni di Ssst!, Tutti gli amori, Tredici milioni, Partigiano sconosciuto, oltre che di canzoni sociali del passato appositamente riproposte dal medesimo gruppo (Il crack delle banche, Canta di Matteotti, Inno della rivolta).

L’esperienza del Nuovo Canzoniere Italiano

Nel 1962, con l’incontro con altri musicisti come Ivan Della Mea e Giovanna Marini e con intellettuali come Gianni Bosio, Roberto Leydi e soprattutto Ernesto de Martino l’esperienza si evolve, e nasce il Nuovo Canzoniere Italiano.

Proprio Straniero è il protagonista dell’episodio più clamoroso legato al Nuovo Canzoniere Italiano: il 20 giugno 1964, al festival dei Due Mondi di Spoleto, Michele Straniero canta i versi di O Gorizia, tu sei maledetta, canzone di trincea della prima guerra mondiale, e l’esecuzione suscita grande scandalo, costando due giorni dopo una denuncia per vilipendio alle forze armate italiane a Straniero e ai responsabili della manifestazione.

In particolare i versi <<Traditori signori ufficiali / che
la guerra l’avete voluta / scannatori di carne venduta / e rovina della
gioventù>>
suscitano in sala la reazione di un ufficiale;
nelle serate successive lo spettacolo viene costantemente disturbato da
gruppi di fascisti.

Nel 1966 è tra i fondatori, a Milano, dell’Istituto Ernesto de Martino,
intitolato al grande etnologo scomparso l’anno prima, e centro motore
di tutta l’attività del Nuovo Canzoniere Italiano per gli anni a
seguire.

Altre esperienze

Conclusasi anche quest’esperienza, Straniero nel 1968 si trasferisce in Sicilia per andare a lavorare con Danilo Dolci al Centro Studi e Iniziative di Partinico: l’esperienza però è di breve durata, anche per le difficoltà causate dall’intervento della polizia.

Torna al nord e inizia l’attività di giornalista, pur continuando a scrivere canzoni, sul quotidiano La Stampa.

Si occupa inoltre di storia delle religioni e della religiosità
popolare. Dal 1976 al 1977 dirige il libro giornale “Lato Side”,
periodico fondato da *Luigi Granetto per l’*Anteditore.

La Madonna dei Lavoratori o la Madonna della Fiat

Da solista

Nel 1979 pubblica l’album La Madonna della Fiat, per l’etichetta Divergo: la canzone che dà il titolo al disco si riferisce alla statua della Madonna, situata a Torino sul Monte dei Cappuccini.

La vicenda è questa: all’inizio degli anni Sessanta la direzione della Fiat offre del denaro, il metallo e il lavoro per installare una statua della Madonna (chiamata “La Madonna dei lavoratori“) in un punto strategico della collina torinese, sulla piazzetta davanti al il Monte dei Cappuccini.

I Cantacronache, individuando una stonatura fra l’installazione di una statua sacra (che venne inaugurata il 27 marzo 1960)
e il carattere dell’azienda che promuoveva l’iniziativa, composero
appunto la canzone, con il testo di Straniero, che la ripropone nel suo
album da solista insieme ad altre composizioni.

Straniero pubblica in tutti questi anni molti studi sulla musica
popolare e sulla musica leggera e altro sia in volumi che in articoli su
varie riviste. Ha inoltre pubblicato diversi libri con le sue poesie.
Nel 1967 pubblica a sue spese una rivista, Metrica, dedicata alla poesia e ai poeti suoi amici; uscirà un secondo e ultimo numero nel 1970.

In particolare sono noti i suoi scritti in collaborazione con Antonio Virgilio Savona del Quartetto Cetra sui canti sociali e popolari: Canti dell’emigrazione (Milano, Garzanti, 1979); Canti dell’Italia fascista (1919-1945) (Milano, Garzanti, 1979); I canti del mare nella tradizione popolare italiana (Milano, Mursia, 1980); Canti della grande guerra (Milano, Garzanti, 1981); Canti politici e sociali (Milano, Gammalibri, 1984); Canto alla rovescia, poesie per un’altra stagione, con quattro disegni di *Luigi Granetto e un’incisione di *Dimitri Plescan (Milano, *Vanni Scheiwiller, 1984);Canti della Resistenza italiana (Milano, Rizzoli, 1985); con Alberto Mari e Antonio Virgilio Savona Sotto la cappa del camino (Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1985); con Sergio Liberovici: Canti della nuova resistenza spagnola (Torino, Einaudi, 1962; con Emilio Jona, Sergio Liberovici, Giorgio De Maria: Le canzoni della cattiva coscienza, prefazione di Umberto Eco (Milano, Bompiani, 1964); con Riccardo Schwamenthal: Dizionario dei proverbi italiani italiani e dialettali (Milano, Rizzoli, 1991); Il grande libro delle barzellette (Milano, Rizzoli, 1994), Il corsaro Nero piange (Milano, Baldini Castoldi Dalai, 1997); con Emilio Jona: Cantacronache (Torino, Paravia, 1996) per conto proprio: Mira il tuo pop. Origini e peripezie del canto cristiano (Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1988); Don Bosco rivelato (Milano, Rizzoli, 1988); Maria José (Milano, Rizzoli, 1988); Giullari & Fo (Roma, Lato Side, 1978); La piccola nevrosi (Milano, Vanni Scheiwiller, 1968); Poesia Jazz (Milano, PiùLibri, 1974); Il corno e la Madonna (Rimini, Guaraldi, 1996); Antologia della canzone popolare piemontese tra settecento e novecento (Torino, Paravia, 1998); Manuale di musica popolare (Milano, Rizzoli, 1991).

Il Folkclub

Negli anni ’80 a Torino dà vita, con Franco Lucà al Centro di Cultura Popolare di via Perrone e alla rivista mensile Folk notes: da queste due esperienze nascerà, nel 1988, il Folkclub, che rilancerà la musica popolare e d’autore.

Nello stesso periodo Straniero collaborerà con il cantautore sardo Franco Madau.

L’incidente e la morte

Nel 1997 perde la madre, evento che gli causa un trauma psicologico; qualche mese dopo, il 4 agosto 1998,
mentre sta attraversando corso Rosselli a Torino, viene travolto da
un’automobile che arriva a tutta velocità: non si riprende più
dall’incidente, e muore il 7 dicembre 2000, lasciando una produzione
culturale rilevante in molti settori che lo pone tra le figure di
rilievo della cultura italiana del ‘900.


Michele Luciano Straniero, nato a Milano nel 1936, poi
vissuto a lungo a Torino, fu allievo dei salesiani prima a Torino e poi a Chieri,
esperienza che lo segnò profondamente e che fece maturare in lui per reazione
una profonda avversione alle idolatrie e agli opportunismi di certo cattolicesimo
ufficiale, espressa lungo tutto il corso della vita sia in forma di satira feroce
che di dolente ribellione esistenziale.
Uomo tormentato da problemi irrisolti, ne ha parlato coraggiosamente in alcune
delle sue poesie, per esempio in Prece, del febbraio 1969:

Vorrei
essere
un verme
piatto
che
si riproduce
per scissione
multipla
strisciando
per terra
con spire uguali
e non ha
problemi
sessuali.
Grazie.

E ancora in Il male chiaro, fatta precedere da un verso di Cardarelli,
La mia fatica è mortale, con il quale già esplicita tutta
la sua sofferenza di vita:

Pure, amica è la notte
benché non lo sembri,
se vinto dalla nausea
decidi di cambiar vita:

tanto quanto è amaro
il risveglio mattutino,
quando ti ritrovi
da capo, e ancor vivo.

Ma un uomo ragionevole
è incredibile che si perda
tutto il giorno a rimestare
così nella merda.

Da studente dirige il periodico Quartodora, espressione di un gruppo
di giovani cattolici dissidenti, che diedero anche vita a un gruppo intitolato
a Emmanuel Mounier e che vennero poi espulsi o messi in condizione di andarsene
dall’Azione cattolica.
Sul finire del 1957, per iniziativa di Sergio Liberovici e sua, nasce Cantacronache,
movimento che si proponeva di opporre canzonette intelligenti alla canzone gastronomica
di San Remo. Con Cantacronache inizia anche la ricerca sul campo di canti sociali,
che Straniero effettua assieme a Sergio Liberovici, Emilio Jona e altri del gruppo,
raccogliendo materiali in Piemonte, Puglia e Sicilia, poi nella Spagna franchista.
Fu allora con Emilio Jona, Sergio Liberovici e Giorgio De Maria autore de Le
canzoni della cattiva coscienza. La musica leggera in Italia
(Milano, Bompiani,
1964), dura polemica contro la famiglia della cattiva musica, nella cui corazza
quel libro rappresentò una prima incrinatura. Sono sue le parole di numerose
canzoni che il gruppo fa conoscere attraverso i concerti e i dischi di “Italia
Canta”: Ballata del soldato Adeodato, Canzone del popolo algerino, Partigiani
fratelli maggiori, Storia di capodanno, Viva la pace, La zolfara.

 

Uno scandalo nazionale

Nel 1958, recatosi a cantare con il gruppo di Cantacronache al premio Viareggio,
Straniero conosce Ernesto de Martino, premiato quell’anno per Morte e pianto
rituale nel mondo antico
(Torino, Einaudi). De Martino riconosce nel gruppo
di ricercatori di Cantacronache degli allievi inconsapevoli e nel corso di un
incontro del gennaio successivo passa loro gli acetati con le proprie ricerche
sul canto sociale in Emilia. Nel luglio 1961 Straniero raccoglie con Giorgio De
Maria, Margherita Galante Garrone (Margot), Lionello Gennero, Gianna Germano Jona
e Sergio Liberovici dei canti di protesta nella Spagna franchista, subito riproposti
nel disco Canti della Resistenza in Spagna in esecuzioni di Margot e sue.
Poi, quando l’anno successivo, cura assieme a Sergio Liberovici i Canti della
nuova Resistenza spagnola 1939-1961
(Torino, Einaudi), un gruppo di fascisti
gli intenta un processo per presunto vilipendio alla religione, ma non riescono
ad ottenere che il libro venga ritirato. Nel 1962 cura con Liberovici l’antologia
in disco I canti della Resistenza europea. Nel 1964 inizia a lavorare a
Milano alle Edizioni Avanti!, collaborando al Nuovo Canzoniere Italiano
e partecipando nell’estate allo spettacolo Bella Ciao che, portato al festival
dei due mondi di Spoleto, dà luogo a uno scandalo nazionale, proprio fatto
scoppiare e ritengo più consapevolmente che non – proprio da una provocazione
di Straniero: avendo sostituito nell’esecuzione di O Gorizia tu sei maledetta
Sandra Mantovani, vittima di un abbassamento di voce, cantò infatti una
strofa non prevista (Traditori signori ufficiali / che la guerra l’avete voluta/
scannatori di carne venduta / e rovina della gioventù) che suscitò
in sala la reazione di un ufficiale e di talune signore impellicciate, mentre
nelle serate successive lo spettacolo sarebbe stato costantemente disturbato da
gruppetti di fascisti. Quello scandalo al centro dell’interesse giornalistico
per oltre una settimana sarà peraltro il miglior lancio per I Dischi del
Sole, che potenziano così la loro presenza politico-culturale nel paese.
E l’anno successivo Straniero è tra i fondatori dell’Istituto de Martino
(sua fu tra l’altro l’idea di intitolare quell’istituto proprio al grande studioso
e ricercatore napoletano).
Nel suo lavoro presso le Edizioni Avanti! (poi Edizioni del Gallo) cura tra il
1964 e il 1968 numerosi Dischi del Sole, tra i quali : Folk Festival 1 e 2
(assieme a Franco Coggiola); Addio Lugano Bella (antologia della canzone
anarchica); Avanti popolo alla riscossa (antologia della canzone socialista);
quattro dei 10 dischi della raccolta Canti della Resistenza italiana (nei
quali figurano sue registrazioni ed esecuzioni di brani); dischi di cabaret di
Milly, Gianfranco Cobelli, Dario Fo e Laura Betti.
Nel 1968 lascia le Edizioni del Gallo per andare a lavorare con Danilo Dolci al
Centro Studi e Iniziative di Partitico. Dovrebbe occuparsi di Radio Libera, ma
quando arriva in Sicilia quell’esperienza è già stata stroncata
dall’intervento della polizia.
Dopo di allora Michele, sotto l’assillo di guadagnare per vivere, si dà
a una intensissima attività pubblicistica.
Cura con Virgilio Savona una serie di volumi divulgativi del nostro canto sociale
e popolare, che avranno particolare successo: Canti dell’emigrazione (Milano,
Garzanti, 1979); Canti dell’Italia fascista (1919-1945) (Milano, Garzanti,
1979); I canti del mare nella tradizione popolare italiana (Milano, Mursia,
1980); Canti della grande guerra (Milano, Garzanti, 1981); Canti politici
e sociali
(Milano, Gammalibri, 1984); Canti della Resistenza italiana (Milano,
Rizzoli, 1985); Mira il tuo pop. Origini e peripezie del canto cristiano
(Milano, Mondatori, 1988); Dizionario della canzone italiana (Milano, Curcio,
1990).
Costante è anche il suo interesse – sulla scia della lezione di Ernesto
de Martino – per la storia delle religioni e in particolare per la religiosità
popolare. Tra i suoi volumi in argomento ricordo Don Bosco rivelato (Milano,
Camunia, 1987) e Don Bosco e i Valdesi (Torino, Claudiana, 1988); Indagine
su San Gennaro. Miracoli, fede, scienza
(Milano, Bompiani, 1991); Il corno
e la Madonna. Taccuino antropologico dell’Italia di fine secolo
(Rimini, Guaraldi,
1996); per Mondadori cura la trilogia I mormoni (1990), Gli ortodossi
(1993), I comunisti. Una religione dell’aldiquà (1997), dove
tutte queste esperienze sono considerate come aspetti della fecondità del
verbo giudaico-cristiano e della sua capacità di venire incontro nelle
forme più diverse ai bisogni escatologici, psicologici, morali e materiali
degli uomini dell’Occidente. Riprendendo una tematica cara a Eric Hobsbawn e a
Ernesto de Martino, interpreta il comunismo come un’ideologia formalmente atea
e antireligiosa che si sviluppa poi secondo le modalità di un’ennesima
setta giudaico cristiana, con la sua ortodossia e le sue eresie, la sua liturgia
e le sue gerarchie, i suoi martiri e i suoi santi, con elementi fideistici, salvifici
e profetici e punti di contatto con il cristianesimo delle origini.

 

Anche tante poesie

Nel 1988 crea a Torino con Franco Lucà il Folk club e nel 1992 fonda
il Crel (Centro Regionale di Musica Popolare).
Nel 1996 pubblica, con Emilio Jona, Cantacronache. Un’avventura politico musicale
degli anni Cinquanta
(Torino, Paravia), con annesso un CD in cui sono anche
sue canzoni e sue esecuzioni.
Nel 1997 perde la madre e per lui è un trauma insuperabile. Poi il 4 agosto
1998 viene travolto da un auto in corso Rosselli a Torino e non si riprende più,
morendo il 7 dicembre 2000, lasciando una produzione culturale rilevante.
A mia conoscenza, ha infatti scritto o collaborato alla stesura di ben 73 tra
volumi e ampi saggi, ha eseguito brani musicali in 33 dischi (o cassette) e ne
ha curati 20. Ha collaborato a numerosissimi quotidiani e periodici, fra i quali
si possono ricordare: la Stampa, Italia-Oggi, Il giornale della musica, il
nuovo Canzoniere italiano, il De Martino, La musica popolare (da lui diretta),
Etnie, Almanacco piemontese, Tempo medico, Tuttolibri, Folknotes, Ha-Keillah.


Però, malgrado la grande produzione scritta, Michele Straniero è
stato anzitutto un uomo che riusciva a essere brillante e intelligente nelle sue
affabulazioni. Era insomma un principe della parola, del dialogo, della polemica
verbale. Proprio in questo eccelleva e purtroppo questo aspetto della sua personalità
è morto con lui.
Della sua vasta e interessante ma qualitativamente discontinua produzione io credo
comunque si debba fare una menzione particolare alla sua produzione poetica. Michele,
che si è rammaricato più volte con me di non avere potuto proseguire
la pubblicazione della sua rivistina Metrica (di cui uscirono due numeri
a Milano nel 1967 e 1970), era particolarmente orgoglioso di questa sua produzione
poetica, fissata in alcune pubblicazioni: Canzoni di ventura 1949-1958
(Padova, Rebellato, 1961); Danza dei buffone: manuscrit de jongleur (Milano,
All’insegna del Pesce d’Oro, 1963); Sei scherzi per capodanno (Venezia,
Edizioni della Galleria Il Traghetto, 1965); Poesia Jazz 1958-1969 (Milano,
Piùlibri, 1974). In quest’ultima opera è pubblicata la poesia Due
parole al giorno
, che credo alluda al fatto che Straniero ha tenuto per quasi
tutta la vita un diario giornaliero, che forse non sarà mai pubblicato
ma che tuttavia potrebbe essere la sua opera più importante:

Due parole al giorno
con fatica, con rabbia
sulla pagina bianca
le scrivo (che sembra bianca)
ma non so quanto mi resta
di spazio.

Due righe al giorno
e il lento poema avanza
anche se non lo scrivo.

Due parole al giorno
(fra poco non sarò vivo)
ma quasi sempre di notte
e con la pioggia, col vento
e con me stesso, coi libri
e coi ricordi, col vento.

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