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JOHN ENTWISTLE 's RIGOR MORTIS SETS IN track LP 1973 IT

69,99

1 disponibili

Categoria:

Descrizione

PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E  DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO,  UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .

JOHN ENTWISTLE  ‘S
rigor mortis sets in

Disco LP 33 giri , 1973,  Track record / Rca ,  DTRL 34183 , Italia, first pressing, campione non commerciabile (only promo edition / not for sale)

OTTIME CONDIZIONI, vinyl ex++/NM , cover ex++.

John Alec Entwistle (Chiswick, 9 ottobre 1944Las Vegas, 27 giugno 2002) è stato un bassista inglese, uno dei più influenti della storia del rock. Nei The Who, infatti, poiché Pete Townshend
prediligeva le parti ritmiche lasciando ad altri i ruoli di solisti,
egli dovette sviluppare una tecnica molto più elaborata e complessa, che
gli permise di trasformare il ruolo del basso da semplice strumento di
scansione ritmica a creatore di melodie. A riprova di questo, spesso
Pete e John si scambiavano i ruoli, con Pete che scandiva il ritmo a
John che eseguiva gli assoli. Nessuno prima di allora aveva pensato al
basso come strumento che dettasse le regole e John lo fece. Per questo
motivo è sicuramente uno dei più importanti bassisti della storia.

Tra i quattro componenti dei The Who, egli si faceva notare per la sua calma e la sua compostezza, mentre Roger Daltrey era solito saltellare facendo roteare il microfono, Pete Townshend rompere la sua chitarra contro il palco e Keith Moon sfondare i tamburi della sua batteria.

Nel 1971 comiciò una carriera parallela a quella del gruppo, riscuotendo inizialmente (con gli album Smash Your Head Against the Wall e Whistle Rymes)
grande successo di critica per la sua qualità sia come strumentista che
come compositore; tuttavia la sua carriera solista non ebbe mai un vero
e proprio decollo e non incontrò mai pienamente i favori del pubblico.

                                                                       

Rigor Mortis Sets In is the third solo album by John Entwistle, bassist for The Who.
Co-produced with John Alcock, it consists of Rock & Roll classic
covers, new versions of Entwistle songs, featuring new tracks.

The album was recorded in less than three weeks, and cost about
$14,000 to make (with nearly a third of the total cost spent on liquor).

  • Etichetta:  Track record / Rca
  • Catalogo: DTRL 34183
  • Matrici : D  P  CKAY 18712 1S – 1A – 1 / D  P  CKAY 18713 1S – 1B – 1
  • Data di pubblicazione: 7/73
  • Supporto:vinile 33 giri
  • Tipo audio: stereo
  • Dimensioni: 30 cm.
  • Facciate: 2
  • Copertina apribile/ gatefold , sull’ etichetta del vinile è presente la dicitura campione non commerciabile , original credits inner sleeve

tracks

All songs by John Entwistle, except where noted.

  1. “Gimme That Rock ‘N’ Roll” -3:00
  2. “Mr. Bass Man” (Johnny Cymbal) -2:49
  3. “Do The Dangle” -4:05
  4. Hound Dog” (Leiber & Stoller) -2:29
  5. “Made In Japan” -3:48
  1. My Wife” -3:32
  2. “Roller Skate Kate” -4:14
  3. “Peg Leg Peggy” -3:38
  4. Lucille” (Albert Collins/Richard Penniman) -2:53
  5. “Big Black Cadillac” -3:35

Personnel

The cover art for Rigor Mortis Sets In presents a grave for rock
& roll with a tombstone that proclaims that it “didn’t die, it just
ran out of time.” Ironically, the same could be said for this album:
after establishing a singular voice on Smash Your Head Against the Wall and Whistle Rymes,
John Entwistle’s burgeoning solo career took a surprising nosedive with
this misjudged collection of halfhearted covers and schlocky retro-rock
originals. It’s obvious from this album’s tone that Entwistle wanted to
make a commentary about how rock & roll had gone in the wrong
direction, but doing tongue-in-cheek covers of classics was not the way
to do it. In fact, the versions of songs like “Hound Dog” and “Lucille”
are so lifelessly performed that it sounds like the band is merely
attempting to imitate Sha Na Na
instead of sending up the original tunes themselves. The biggest
offender in this respect is “Mr. Bass Man,” which replaces the
enthusiasm of Johnny Cymbal‘s
original version with a self-consciously campy production built on
cutesy vocals guaranteed to make listeners grind their teeth. The
original material on Rigor Mortis Sets In is better by
comparison, but still fails to satisfy: “Roller Skate Kate” is a parody
of death-dirge songs like “Teen Angel” that lacks the morbid drive of
the songs it’s trying to send up and “Do the Dangle” is a parody of
dance-craze tunes that is too pleased with itself to attempt being
genuinely witty. The best of the originals doesn’t fit in with the
album’s theme, ironically enough: “Made in Japan” is a tight little
mid-tempo pop tune featuring a witty lyric where Entwistle bemoans how
few things are actually made in his home country. However, even this
tune pales in comparison to the highlights of his previous solo work.
Ultimately, Rigor Mortis Sets In is a professional enough affair to please Entwistle’s hardcore fans, but it will mostly likely leave the casual listener cold.
                                    
                                                                       

Con questo disco John Entwistle incomincia il suo progetto di
“tornare a scrivere semplici canzoni di rock’n’roll”, progetto che
continuerà nel successivo “Mad Dog” (non a caso considerato “the son of
Rigor Mortis”).

Ebbene sì, si tratta di un breve, semplice disco di rock’n’roll suonato da buoni musicisti sbronzi fino alle ossa. Si parte con “Gimme That Rock’n’Roll“, il nome è tutto un programma. Si passa a una cover di Johnny Cymbal, “Mr. Bass Man” molto divertente, anche un po’ demente. La successiva “Do The Dangle” è un rock’n’roll con dei coretti simpaticissimi. La quarta traccia è la celeberrima “Hound Dog“: la versione di John non si discosta molto da quella di Elvis, ma è sempre un pezzo piacevole. Uno dei momenti più belli dell’album è “Made In Japan” (no, non c’entra niente coi Deep Purple), che è però seguita dal più brutto dell’album, “My Wife“. Si, è la stessa “My Wife
di “Who’s Next”. E allora come fa a essere il momento più brutto
dell’album? Semplice: c’entra poco con lo spirito del disco. John ha
voluto incidere nuovamente il pezzo perchè non era soddisfatto
dell’originale del ’71, e questa versione non è che sia da buttare,
anzi non ha niente da invidiare a quella più famosa, è solo che stona un po’ con i restanti pezzi. Insomma, nel contesto, a mio parere c’entra poco.

Il settimo pezzo è la ballata (se così possiamo chiamarla) “Roller Skate Kate“,
che narra di una ragazza di John con la quale andava in giro con lo
skate, ma che purtroppo muore in un incidente. Il brano successivo è “Peg Leggy Peggy“,
un buon rock’n’roll, con un giro di basso acustico (se non sbaglio)
fighissimo, a mio parere il pezzo più bello dell’album. Bella la
versione di “Lucille“, così come bella è la conclusiva “Big Black Cadillac“.Una
caratteristica del disco sono gli stacchetti presenti alla fine di
qualche canzone dove si sentono risate assurde (quella alla fine di “Roller Skate Kate” è il top dei top) o rumori di spari…insomma questi erano ubriachi tanto.

Per farla breve, a dispetto della copertina (che mostra il famoso umorismo macabro di Entwistle) è un album vivacissimo e ben suonato,
niente di statico, qui il Rigor Mortis è ben lontano. E non aspettatevi
virtuosistici assoli di basso, o pezzi da “500 migliori canzoni del
rock”. E’ un album di rock’n’roll, niente di più. Proprio come voleva John.

http://www.metallized.it/public/articoli/8-John-Entwistle-a.jpg

John Alec Entwistle è nato il 9 ottobre 1944 a Chiswick in Inghilterra,da Herbert e Maud Entwistle; Herbert suonava la tromba,Maud il piano.
Il matrimonio dei coniugi Entwistle sarebbe durato poco dopo la nascita
di John, che visse la maggior parte della sua infanzia con la madre.
Già in tenera età dimostrò particolari attitudini musicali e venne
spinto dal patrigno a prendere lezioni di pianoforte dai 7 agli 11
anni, presto iniziò a suonare la tromba sotto gli insegnamenti del
padre. Alla Middlesex School John suonò un corno
tenore acquistato dalla scuola, all’infuori di essa suona la tromba in
gruppi che eseguivano musica tradizionale; in questo ambiente conobbe Pete Townshend con cui suonò insieme in formazioni minori; all’età di 14 anni diventò un fan di Duane Eddy e decise di passare alla chitarra solista, ma ben presto si accorse di essere più portato per il basso.
La sua famiglia non poteva permettersi l’acquisto di un basso, così
John fu costretto a costruirsi uno strumento amatoriale con un pezzo di
mogano, il basso aveva volutamente la forma del Fender Precision, uno dei bassi più diffusi nei primi anni ’60. Riuscì ad entrare nei Detours di Roger Daltrey, su proposta di Pete Townshend con il ruolo di chitarrista ritmico.
Nel 1961 John si diplomò alla Acton Grammar School, ma la famiglia non
poteva occuparsi ulteriormente della sua istruzione e così fu costretto
a trovare lavoro e venne assunto come impiegato nell’ufficio
dell’erario, dormendo negli uffici dopo le lunghe notti di prove con i
Detours. Nel 1962 i ruoli dei futuri Who
si fanno più definiti, e venendo a mancare un chitarrista ritmico il
ruolo di Entwistle cambia radicalmente, lanciando uno stile di basso
che si distacca molto da quello tradizionale, rendendolo più simile ad
una seconda chitarra.

Nel 1964 John guardando un programma in TV viene a conoscenza
dell’esistenza di un gruppo irlandese chiamato Detours e da qui il
gruppo cambierà nome in Who. Nel 1965 esce My Generation, caratterizzata da un assolo di basso; per effettuare quell’assolo John usò un basso Danelectro
caratterizzato dalla facilità con cui si potevano rompere le corde; per
rifinire il pezzo John dovrà acquistare 3 bassi. Compone “The Ox” suo
soprannome all’interno degli Who; nel 1966 esce A Quick One con la
presenza di due pezzi scritti da Entewistle: Whiskey Man e Boris the
Spider, scritta insieme al bassista di Rolling Stones Bill Wyman,
portando così a conoscenza di tutti il suo senso dell’umorismo scuro e
grottesco. Presenti sul disco anche molti vocals, tra cui il più
riuscito è senz’altro il falsetto finale You Are Forgiven.

Nel 1967 partono per il primo tour in USA dove, insieme al compagno di stanza Moon, collezionano vertiginosi conti d’albergo; nel singolo Picture of Lily John suona in un assolo di corno francese e firma la B-side Doctor, doctor. Nell’estate del 1967 partecipano al Monterey pop festival ma senza i loro amplificatori Marshall;
risalgono a questo periodo i primi problemi economici. John dovrà
chiedere in prestito i soldi per acquistare il biglietto aereo per
tornare in Inghilterra; in inverno viene pubblicato The Who Sell Out in cui firma due pezzi Medac and Silas Stingy.
Nel 1968 cominciarono a circolare voci sulla possibile uscita dalla
band di Moon e Entwistle (principalmente per motivi economici) per
formare una nuova band con il chitarrista Jimmy Page, i Led Zeppelin; nello stesso anno esce il singolo Call Me Lightning con il B-side di Entwistle Dr. Jekyll & Mr. Hyde, un omaggio alla personalità dell’amico Keith. Nel maggio ’69 esce Tommy, in cui John canta Cousin Kevin e Fiddle About, altri suoi contributi sono lo splendido corno francese, e i controcanti su Overture, Amazing Journey, Smash The Mirror e Tommy Can You Hear Me. Sempre nel 1969 gli Who suonano a Woodstock aprendo il concerto con la Haeven and Hell di John.

Nel 1971 pubblica il suo primo album solista Smash Your Head Against The Wall, in seguito gli Who pubblicano il singolo Let’s See Action con la B-side di Entwistle When I was A Boy. Nel 1972 pubblica il suo secondo album Whistle Rhymes; nel 1973 il suo terzo lavoro Rigor Mortis Sets In. Nel tour che seguirà Quadrophenia gli Who verranno arrestati per aver distrutto una camera d’albergo, per l’occasione John scriverà Cell Number 7, che comparirà sul suo successivo lavoro solista Mad Dog.
Nel 1974 forma una band “The Ox” e avvia in Inghilterra il suo primo
tour solista; nel 1975 sbarca in tour anche in USA e con gli Who
realizza The Who By Numbers scrivendo una canzone da lui cantata
“Success Story” caratterizzata da una furiosa apertura di basso, John
disegnerà anche la copertina dell’album. Nel 1977, Entwistle suona il
corno nell’ album solista di Townshend , Rough Mix, su “Heart to Hang
Onto”. Nel 1981 gli Who pubblicano Face Dances in cui John canta “You”
e “The Quiet One” realizza inoltre il suo 5° album solista “Too Late
The Hero.” Nel 1982 viene pubblicato It’s Hard con due contributi di
John: “One At a Time” and “Dangerous.” Nel 1995 John partecipa con
Ringo Starr in un tour di USA e Giappone con la Ringo Starr All-Star
Band; nel 1996 forma una band, la John Entwistle Band ed intraprende un
tour, nel 1998 fa lo stesso e sbarca in America realizzando anche un cd
live dell’evento. John Entwistle è stato sposato due volte ed ha avuto
un figlio, Cristopher, dalla sua prima unione. Da tempo malato di
cuore, John muore in una stanza dell’Hard Rock Hotel di Las vegas il 27
giugno del 2002, esattamente il giorno prima dell’avvio del tour estivo
degli Who che avrebbe interessato Stati Uniti e Canada.
La sua morte, dopo quella di Keith Moon, ha colpito duramente il gruppo
ed è stata una grave perdita per il mondo della musica.

                                                                      

John Alec Entwistle (9 October 1944 – 27 June 2002) was an English bass guitarist, songwriter, singer, and horn player, who was best known as the bass guitarist for the rock band The Who. His aggressive lead sound influenced rock bass players such as Steve Harris, Geddy Lee, Phil Lesh, Cliff Burton, Billy Sheehan, Lemmy Kilmister and Chris Squire.

Entwistle’s lead instrument approach used pentatonic lead lines, and a then-unusual trebly sound created by roundwound RotoSound
steel bass strings. He had a collection of over 200 instruments by the
time of his death, reflecting the different brands he used over his
career: Fender and Rickenbacker basses in the 1960s, Alembic‘s basses in the 1970s, Warwick in the 1980s, and Status all-graphite basses in the 1990s.

Birth and early career

John Alec Entwistle was born in Chiswick, a London suburb, in 1944 and attended Acton County Grammar School. He joined the Middlesex Youth Orchestra and his initial music training was on trumpet, french horn, and piano,
all three of which would figure into his later rock playing. In the
early 1960s, he played in several traditional jazz and dixieland
outfits. He formed a duo called the Confederates with schoolmate Pete Townshend, and later joined Roger Daltrey‘s band the Detours. This band later became The Who.

He was nicknamed “The Ox” because of his strong constitution—his
seeming ability to “eat, drink or do more than the rest of them.” Bill Wyman, bassist for the Rolling Stones,
described him as “the quietest man in private but the loudest man on
stage.” For this reason, and his onstage demeanor in which he would
stand calmly while plucking very fast, he was often known by the
nickname “Thunderfingers” by his bandmates and Who fans.


Entwistle playing at Maple Leaf Gardens, Toronto 1976 Photo: Jean-Luc Ourlin

Entwistle’s Who songs, along with his solo material, reveal a dark
sense of humor which was often incompatible with Pete Townshend’s more
introspective work. Though he continued to contribute material to all
of The Who’s albums with the exception of Quadrophenia,
his frustration with having his material recorded by the band (largely
with having to relinquish singing duties to Roger Daltrey) led him to
release Smash Your Head Against the Wall
in 1971, thus becoming the first member of The Who to release a solo
record. Entwistle also contributed backing vocals and horn performances
to the group’s songs, most notably on Quadrophenia, where he layered several horns to create the brass as heard on songs such as “5:15“, among others.

In the mid 1960s, Entwistle was one of the first to make use of Marshall stacks. Pete Townshend later remarked that John started using Marshalls in order to hear himself over drummer Keith Moon‘s
drums, and Townshend himself also had to use them just to be heard over
John. They both continued expanding and experimenting with their rigs,
until (at a time when most bands used 50-100w amps with single
cabinets) they were both using twin Stacks with new experimental prototype 200w amps.

This, in turn, also had a strong influence on the band’s contemporaries at the time, with Cream and the Jimi Hendrix Experience
both following suit. Ironically, although they pioneered and directly
contributed to the development of the “classic” Marshall sound (at this
point their equipment was being built/tweaked to their personal
specifications), they would only use Marshalls for a couple of years.
Entwistle eventually switched to using a Sound City rig in search of his perfect sound, with Townshend also switching later on.

Entwistle also experimented throughout his career with “bi-amping,”
where the high and low ends of the bass sound are sent through separate
signal paths, allowing for more control over the output. At one point
his rig became so loaded with speaker cabinets and processing gear that
it was dubbed “Little Manhattan,” in reference to the towering,
skyscraper-like stacks, racks and blinking lights.

His “full treble, full volume” approach to bass sound was originally supposed to be captured in the bass solo to “My Generation“. According to Entwistle, his original intention was to feature the distinctive Danelectro
Longhorn bass, which had a very twangy sound, in the solo, but the
strings kept breaking. Eventually, he recorded a simpler solo using a
pick with a Fender Jazz Bass
strung with LaBella tapewound strings. This solo bass break is
important as it is one of the earliest bass solos (if not the first)
captured on a rock record. A live recording of The Who exists from this
period (c. 1965), with Entwistle playing a Danelectro on “My
Generation”, giving an idea of what that solo would have sounded like.

Late career

Toward the end of his career, he formed “The John Entwistle Band”
with longtime friend, drummer Steve Luongo. Godfrey Townsend (no ‘h’,
no relation to Pete Townshend)
played guitar and sang lead vocals. In 1996, the band went on the “Left
for Dead” tour with Alan St. Jon on keyboards. After Entwistle toured
with The Who for Quadrophenia in 1996-97, the Entwistle band
set off on the “Left for Dead – the Sequel” tour in late 1998, now with
Gordon Cotten on keyboards. After this second venture, the band
released an album of highlights from the tour, called Left for Live. In 1995 Entwistle also toured and recorded with Ringo Starr in one of the incarnations of Ringo’s “All-Starr Band”. This one also featured Billy Preston and Mark Farner. In this ensemble, he played and sang “Boris the Spider” as his Who showpiece, along with “My Wife“.
Towards the end of his career he used a Status Graphite Buzzard Bass,
which he designed. In 1999, 2000, and early 2002, John played as part
of The Who.

In 2001 he played in Alan ParsonsBeatles tribute show “A Walk Down Abbey Road”. The show also featured Ann Wilson of Heart, Todd Rundgren, David Pack of Ambrosia, Godfrey Townsend on guitar, Steve Luongo on drums, and John Beck on keyboards. Between that tour and his prior tour with Ringo, Entwistle joked that he had played “Yellow Submarine” more often than Paul McCartney. That year he also played with The Who at The Concert for New York City.
He also joined forces again with “The John Entwistle Band” for an 8 gig
tour. This time Chris Clark was on Keyboards. In January-February 2002
John played his last concerts with The Who in a handful of dates in
England, the last being 8 February in London’s Royal Albert Hall. In late 2002, an expanded 2-CD Left for Live Deluxe was released, highlighting The John Entwistle Band performances.

Death

Entwistle died in a hotel room at the Hard Rock Hotel and Casino in Las Vegas on 27 June 2002 one day before the scheduled first show of The Who’s 2002 US tour. He had gone to bed that night with a stripper, who woke at 10 am to find Entwistle cold and unresponsive. The Las Vegas medical examiner determined that death was due to a heart attack induced by an undetermined amount of cocaine. Though the amount in Entwistle’s bloodstream was not great, the drug caused his coronary arteries, already damaged due to a pre-existing heart condition, to contract. Entwistle used cocaine throughout much of his adult life.

His funeral was held at Saint Edward’s Church in Stow-on-the-Wold, Gloucestershire,
England, on 10 July 2002. He was cremated and his ashes buried
privately. A memorial service was held on 24 October 2002 at St.
Martin-in-the-Fields, Trafalgar Square, London. Entwistle’s collection
of guitars and basses was auctioned at Sotheby’s in London by his son, Christopher Entwistle, to meet anticipated duties on his father’s estate. Joy Division/New Order bassist Peter Hook is among those who acquired some of Entwistle’s basses at the auction.

His mansion in Stow-on-the-Wold in the Cotswolds and a number of his personal effects were later sold off to meet the demands of the Inland Revenue.
While The Who, including Entwistle and Moon, recorded with a multitude
of instruments, they always performed as a four-piece band. Following
his death, Moon was replaced not only by Small Faces/Faces drummer Kenney Jones and Zak Starkey (son of Ringo Starr), but The Who also added keyboardist John “Rabbit” Bundrick to the live band. Similarly, when Entwistle died, his place in the live band was filled by Pino Palladino, with second guitarist Simon Townshend (Pete Townshend’s brother) having been added at rehearsals just weeks before Entwistle’s death.

Welsh-born bassist Pino Palladino, who played on several of Pete Townshend‘s
solo records, took over for Entwistle on stage when The Who resumed
their postponed U.S. tour following his funeral. Pete Townshend and
Roger Daltrey spoke at length about their reaction to Entwistle’s
death. Some of their comments can be found on the The Who Live in Boston DVD. Geddy Lee, of the band Rush, dedicated their performance of the song Between Sun and Moon to Entwistle on the opening night of their Vapor Trails tour which began the following night on 28 June 2002 in Hartford, Conn.

Entwistle is credited by Lemmy Kilmister on the 2004 Motörhead album “Inferno” with the words: “In memory of John Entwistle; my friend, my hero, may his generous soul live forever.”

Technique

Entwistle’s technique ranged from using fingers, plectra and tapping to utilizing harmonics
in his passages. He would change the style of play between songs and
even during songs to change the sound he produced. His fingering
technique would involve pressing down on the string hard and releasing
in an attempt to reproduce a trebly, twangy sound. Note however, that
he would change his thumb position from pickup,
to the E string and occasionally even allowing his thumb to float near
the pickup. His plectrum technique would involve holding the plectrum
between his thumb and forefinger, with the rest of his fingers
outstretched for balance.

Entwistle’s playing style was rarely captured well in the studio. He
was better heard in concert, where he and guitarist Pete Townshend
frequently exchanged roles, with Entwistle providing rapid melodic
lines and Townshend anchoring the song with rhythmic chord work.
Indeed, Townshend noted that Entwistle did the rhythmic timekeeping in
the band, doing the role of the drummer. Moon, on the other hand, with
all his flourishes around the kit, was like a keyboard player. In 1989,
Entwistle pointed out that, according to modern standards, “The Who
haven’t a proper bass player.”

Entwistle also developed what he called a “typewriter” approach to
playing the bass. It involved positioning the right hand over the
strings so all four fingers could be used to tap percussively on the
strings, causing them to strike the fretboard with a distinctive twangy
sound. This gives the player the ability to play three or four strings
at once, or to use several fingers on a single string. It allowed him
to create passages that were very percussive and melodic. He used this
approach to mimic the fills used by his drummers in band situations,
sometimes sending the fills back at the drummers faster than the
drummers themselves could play them.

This method is unique and should not be confused with the hammer-on tapping techniques of Eddie Van Halen and Stu Hamm or the slapping technique of Larry Graham, and in fact pre-dates these other techniques. A demonstration of this approach to bass playing can be seen on a video called John Entwistle – Master Class, part of Arlen Roth’s Hot Licks instructional series, as well as Mike Gordon‘s film, Rising Low. Demonstrated in Mike Gordon‘s film, Rising Low
is John’s tendency to use his fore, middle and ring fingers on his
right hand when playing. This would allow him to create “clusters of
notes” in his bass lines, as well as play triplets with relative
simplicity. Notable in his left-handed technique is his use of slides,
positioning the left hand for octaves and his use of the pentatonic scale.

Entwistle identified his influences as a combination of his school training on French horn,
trumpet, and piano (giving his fingers strength and dexterity).
Musicians who influenced him included rock & roll guitarists Duane Eddy and Gene Vincent, and American soul and R&B bassists such as James Jamerson.
Like Jamerson, Entwistle is credited as a pioneer on the bass guitar.
In turn, Entwistle has been a massive influence on the playing styles
and sounds used by generations of bass players that have followed him
and continues to top ‘best ever bass player’ polls in musicians
magazines. In 2000, Guitar magazine named him “Bassist of the Millennium” in a readers’ poll.

Equipment

This is a list of Entwistle’s amps and guitars in chronological order of which he used them.

Who songs

He wrote and/or sang lead vocals on some songs for The Who, including:

  • “The Ox” (instrumental, with Pete Townshend, Keith Moon and Nicky Hopkins) – My Generation, 1965
  • “In the City” (credited to Entwistle/Moon) – B-Side to “I’m a Boy“, 1966
  • “I’ve Been Away” – B-Side to “Happy Jack” in the UK, 1966
  • “Boris the Spider” – A Quick One, 1966
  • “Whiskey Man” – A Quick One, 1966
  • “Doctor, Doctor” – B-Side to “Pictures of Lily“, 1967
  • “Heinz Baked Beans” – The Who Sell Out, 1967
  • “Medac” – The Who Sell Out, 1967
  • “Silas Stingy” – The Who Sell Out, 1967
  • “Someone’s Coming” (lead vocal by Roger Daltrey) – B-Side to “I Can See for Miles” in the UK, 1967, and to “Magic Bus” in the USA, 1968
  • “Dr. Jekyll and Mr. Hyde” – B-Side to “Call Me Lightning” in the USA, 1968, and to “Magic Bus” in the UK, 1968
  • “Cousin Kevin” (3 part harmony: Daltrey-Entwistle-Townshend) – Tommy, 1969
  • “Fiddle About” – Tommy, 1969
  • “Heaven and Hell” – B-Side to “Summertime Blues“, 1970)
  • “My Wife” – Who’s Next, 1971
  • “When I Was a Boy” – B-Side to “Let’s See Action”, 1971
  • “We Close Tonight” – (written by Townshend, Keith Moon sings parts
    of this song, and Entwistle sings the rest), recorded in 1973 but not
    released until 1998 on the expanded version of Odds and Sods
  • “Postcard” – Odds and Sods, 1974
  • “Success Story” (verses sung by Daltrey, bridge by Entwistle) – The Who By Numbers, 1975
  • “Had Enough” (lead vocal by Daltrey) – Who Are You, 1978
  • “905” – Who Are You, 1978
  • “Bogey Man” – Unreleased demo for “Who Are You”, played by only Entwistle and Moon, was also later used as the theme song for Van Pires
  • “Trick of the Light” (lead vocal by Daltrey) – Who Are You, 1978
  • “The Quiet One” – Face Dances, 1981
  • “You” (lead vocal by Daltrey) – Face Dances, 1981
  • “It’s Your Turn” (lead vocal by Daltrey) – It’s Hard, 1982
  • “Dangerous” (lead vocal by Daltrey) – It’s Hard, 1982
  • “One at a Time” – It’s Hard, 1982
  • Twist and Shout” – Live from Toronto, 1982

Alec EntwistleJohn
“the Ox” Entwistle è stato il bassista e
il secondo compositore degli Who, gruppo paragonabile per
importanza solamente ai Beatles o ai Rolling Stones, come
bassista ha semplicemente fatto la storia del basso nel rock.
Suonatore di corno e tromba, con cui a impreziosito molti
brani del gruppo. Collezionista di strumenti “vintage”,
ha dato un contributo importante allo sviluppo tecnologico
del basso e i suoi accessori (corde, amplificatori). E’ stato
definito come il più grande bassista rock (‘n’ roll)
di tutti i tempi. Probabilmente è vero.

BIOGRAFIA

John Entwistle nasce il 9 ottobre del 1944 a Chiswick nella
periferia di Londra. Herbert e Maud Entwistle, i genitori
di John, suonavano rispettivamente la tromba e il pianoforte.
Il matrimonio dei coniugi Entwistle sarebbe durato poco dopo
la nascita di John, che visse la maggior parte della sua infanzia
con i nonni. Già in tenera età dimostrò
particolari attitudini musicali (a tre anni salì in
piedi su un tavolo, in un circolo sociale frequentato dai
genitori, e cominciò a cantare delle canzoni di Al
Jolson) e venne spinto dal nonno a prendere lezioni di pianoforte
dai 7 agli 11 anni, presto iniziò a suonare la tromba
sotto gli insegnamenti del padre.
Alla Middlesex School John suonò un corno tenore acquistato
dalla scuola. Ormai adolescente, Entwistle suona la tromba
in gruppi di jazz tradizionale in stile dixieland, è
in questo ambiente che avviene il fatidico incontro con Pete
Townshend (chitarrista e principale compositore degli Who),
impegnato in quel periodo con il banjo. Nello stesso periodo
diventò un fan di Duane Eddy e decise di passare alla
chitarra solista, ma ben presto si accorse di essere più
portato per il basso. La sua famiglia non poteva permettersi
l’acquisto di un basso, così John fu costretto a costruirsi
uno strumento amatoriale con un pezzo di mogano, il basso
aveva volutamente la forma del Fender Precision, uno dei bassi
più diffusi nei primi anni ’60.
John e Pete (che intanto è passato alla chitarra) suonano
in formazioni minori in stile Shadows, fino ad approdare nei
Detours di Roger Daltrey, il futuro cantante degli Who.

Alec EntwistleNel
1961 John si diplomò alla Acton Grammar School, ma
la famiglia non poteva occuparsi ulteriormente della sua istruzione
e così fu costretto a trovare lavoro e venne assunto
come impiegato nell’ufficio dell’erario, dormendo negli uffici
dopo le lunghe notti di prove con i Detours, tra i brani più
gettonati c’erano Twist And Shout e I Saw Here Standing There.

 

Alec EntwistleNel
1962 i ruoli dei futuri Who si fanno più definiti,
e venendo a mancare un chitarrista ritmico il ruolo di Entwistle
cambia radicalmente, lanciando uno stile di basso che si distacca
molto da quello tradizionale, rendendolo più simile
ad una seconda chitarra; nel 1964 John guardando un programma
in TV viene a conoscenza dell’esistenza di un gruppo irlandese
chiamato Detours e da qui il gruppo cambierà nome in
Who. Nell’aprile dello stesso anno entra nel gruppo il batterista
Keith Moon che, con il suo stile “rotolante” ed
energico e con la sua vena di follia, caratterizzerà
il sound del gruppo e lo stile personale di Entwistle.
Nell’agosto del ’64, Kit Lambert e Chris Stamp diventano i
manager della band.
E’ il momento in cui gli Who mettono a fuoco se stessi: creatori
di inni generazionali di una cultura giovanile frustrata e
insoddisfatta, portavoce del movimento “mod”, il
loro stile potente e rumoroso (con presenza di beat e rhythm
& blues), li porta a distruggere gli strumenti durante
i concerti, sfogando in questo modo,come in un rito catartico
autodistruttivo, la rabbia adolescenziale repressa (e ottenendo
anche un notevole ritorno pubblicitario). In tutto questo,
il nostro bassista, impersona il ruolo del “ragazzo calmo”,
fermo nello sfondo dei live show, impegnato a fornire un’impeccabile
base sonora.

Alec EntwistleNell’ottobre
del 1965 gli Who registrano il loro terzo singolo: My generation,
contraddistinta da un assolo di basso; per effettuarlo John
usò un basso Danelectro caratterizzato dalla facilità
con cui si potevano rompere le corde; per rifinire il pezzo
John dovrà acquistare 3 bassi.

My Generation segna una svolta nel mondo del rock, con questa
canzone dirompente la distorsione va in classifica (U.K. single
#2).

Nell’ambito dell’album d’esordio (The Who Sings My Generation
), che contiene i primi singoli del gruppo, compone The Ox
suo soprannome all’interno degli Who.

Nel 1966 esce A Quick One con la presenza di due pezzi scritti
da Entwistle: Whiskey Man e Boris The Spider, scritta insieme
al bassista dei Rolling Stones Bill Wyman, portando così
a conoscenza di tutti il suo senso dell’umorismo scuro e grottesco.

Presenti sul disco anche molti vocals, tra cui il più
riuscito è senz’altro il falsetto finale sulla title
track.

EntwistleNel
1967 partono per il primo tour in USA dove, insieme al compagno
si stanza Moon, collezionano vertiginosi conti d’albergo;
nel singolo Picture Of Lily John suona in un assolo di corno
francese e firma la B-side Doctor, Doctor. Nell’estate del
1967 partecipano al Monterey pop festival ma senza i loro
amplificatori Marshall; cominciano i problemi economici…John
dovrà chiedere in prestito i soldi per acquistare il
biglietto aereo per tornare in Inghilterra; in inverno viene
pubblicato The Who Sell Out in cui firma tre pezzi Heinz Baked
Beans, Medac e Silas Stingy, da questo album viene tratto
il singolo I Can See For Miles, con la B-side di Entwistle
Someone’s Coming. Nel 1968 cominciarono a circolare voci sulla
possibile uscita dalla band di Moon e Entwistle (principalmente
per motivi economici) per formare una nuova band con il chitarrista
Jimmy Page, i Led Zeppelin; nello stesso anno esce il singolo
Call Me Lightning ancora con una B-side di Entwistle Dr. Jekyll
& Mr. Hyde, un omaggio alla personalità dell’amico
Keith.
Nel maggio ’69 esce il doppio album Tommy, in cui John canta
Cousin Kevin e Fiddle About,altri suoi contributi sono lo
splendido corno francese, e i contro canti su Overture, Amazing
Journey, Smash The Mirror, e Tommy Can You Hear Me. Sempre
nel 1969 gli Who suonano a Woodstock aprendo il concerto con
la Haeven And Hell di John.
Il febbraio del 1970 vede gli Who alle prese con la realizzazione
dell’album dal vivo Live At Leeds, registrato all’università
di Leeds.
Nella primavera del 1971 pubblica il suo primo album solista
Smash Your Head Against The Wall, nell’estate gli Who realizzano
quello che verrà considerato uno dei loro album migliori:
Who’s Next,il suono del basso chiaro, potente e definito che
pervade il disco, apre nuovi orizzonti al bassismo nel rock,
John partecipa anche come compositore e cantante con il brano
su i disagi coniugali My Wife. Alla fine di quell’anno gli
Who pubblicano il singolo Let’s See Action con la solita B-side
di Entwistle When I Was A Boy.
Nel 1972 pubblica il suo secondo album Whistle Rhymes.

EntwistleNel
1973 esce il suo terzo lavoro solista Rigor Mortis Sets In.
Nella fine dello stesso anno gli Who realizzano un altro doppio
album, il bellissimo Quadrophenia, totalmente composto da
Townshend, il disco narra le vicende di Jimmy, un mod degli
anni ’64 – ’65, dipingendo un ritratto disperato di quella
generazione; John assume la direzione musicale del progetto
fornendo, oltre al basso come sempre straordinario (ascoltate
The Real Me!), evocativi arrangiamenti di corno. Nel tour
che seguirà Quadrophenia gli Who verranno arrestati
per aver distrutto una camera d’albergo, per l’occasione John
scriverà Cell Number 7 che comparirà sul suo
successivo lavoro solista Mad Dog.
Nel 1974 dopo aver compilato l’album degli Who Odds &
Sods, composto da B-sides e scarti da precedenti albums, forma
una band chiamata con il suo soprannome “The Ox”
e avvia in Inghilterra il suo primo tour solista. Lo stesso
anno esce un singolo degli Who da lui firmato: Postcard sulla
vita in tour.
Nel 1975, dopo aver registrato il suo quarto album solo, Mad
Dog, sbarca in tour anche in USA e con gli Who realizza The
Who By Numbers scrivendo una canzone da lui cantata Success
Story caratterizzata da una furiosa apertura di basso, John
disegnerà anche la copertina dell’album. Entwistle
realizza anche un intenso solo di basso alla fine di Dreaming
From The Waist.

Nel 1977, Entwistle suona il corno nell’ album solista di
Townshend , Rough Mix, su Heart to Hang Onto.
Nell’estate del 1978 gli Who realizzano l’album Who Are You,
con tre brani di Entwistle: Trick Of The Light, suonata con
un basso a nove corde, Had Enough e 905.
L’8 settembre del 1978 muore, per un’overdose di farmaci,
Keith Moon, il batterista degli Who. E’ la fine della più
bella sezione ritmica della storia del rock.

EntwistleNel
1979 Entwistle completa le colonne sonore dei film Quadrophenia
e The Kids Are Alright. Moon viene sostituito da Kenney Jones,
già batterista dei Faces. Durante il tour negli Stati
uniti 11 ragazzi rimangono uccisi schiacciati dalla folla.

Nel 1981 gli Who pubblicano Face Dances in cui John canta
You e The Quiet One realizza inoltre il suo 5° album solista
Too Late The Hero.

Nel 1982 viene pubblicato It’s Hard con due contributi di
John: One At a Time e Dangerous.
Nel 1985 partecipa insieme agli Who al mega-concerto di beneficenza
Live Aid.
Nel 1989 partecipa all’album solo di Pete Townshend Iron Man,
nei brani Dig e Fire.

Nel 1995 John partecipa con Ringo Starr in un tour di USA
e Giappone con la Ringo Starr All-Star Band.
Nel 1996 forma una band, la John Entwistle Band ed intraprende
un tour, nel 1998 fa lo stesso e sbarca in America realizzando
anche un cd live dell’evento.
John Entwistle è stato sposato due volte ed ha avuto
un figlio, Cristopher, dalla sua prima unione. Da tempo malato
di cuore, John muore in una stanza dell’ Hard Rock Hotel di
Las Vegas il 27 giugno del 2002, esattamente il giorno prima
dell’avvio del tour estivo degli Who che avrebbe interessato
Stati Uniti e Canada.


Too Late The Hero
John Entwistle’s Rigor Mortis Sets In (The Who)

By: Gary “Pig” Gold

What
I feel inside I can’t explain. That John Entwistle should die in his
late fifties is totally unthinkable. He was the indestructible one. He
was the rock. He was the island. He was the fulcrum on which it all
hinged.
– Mick Farren

It’s just too much to take. Who’s next? (Literally.)
– Tommy Womack

John was the best. He made “My Generation,” along with the other lads, one of the greatest records of all time.
– Peter Noone

Learned how to play bass playing along with “Happy Jack.” Gulp…
– Rick Harper

For all bass players everywhere, it was Big Johnny Twinkle who opened the gate and let the horses out of the barn …for good.
– Mick Hargreaves

I think John was the pivotal member of the most exciting rock band to emerge on the British music scene in the Sixties.
– Brian Auger

Now,
as Chris Butler reminds us, there is a Zen expression that the way to
go through life successfully is to “move like a cow” –or, in this
case, an ox. Forever surrounded, at least on stage, by the
testosterone-soaked circus which were Messrs. Townshend, Daltrey and
especially Moon, it could often be too criminally easy to overlook The
Man, The Myth, dare I say The Ox which was, and forever shall be, John
A. Entwistle. In more ways than one he was the George Harrison
of The Who I suppose, yet Entwistle never ever took a musical back seat
to his more prolific (or at least pushier) bandmates, employing his
mighty four strings to not so much play songs as attack them, deftly
bulldozing his basic bottom-heavy end up to an indisputable place of
sheer sonic equality within the critical Who picking order.

In that process John became, it’s been said, the Hendrix of the bass guitar. Well, yes, all that I guess you could say, but so
much more as well. For one, the man’s abundant compositional skills
remain nothing to be sneezed over. Sure, we all know and love “My
Wife,” “Boris The Spider” (which, as Huw Gower realizes, can shed an
entirely different trick of the light upon the fine art of teaching
pre-schoolers all about creepy creepy crawlers), and my own personal
favorite slice of backyard blue-balling, Ox-style: “Someone’s Coming”
(given new life most recently by the Pearlfishers’ own David Scott).
These, along with the brace of less immediately recognizable Entwistle
gems, always served to deflate with a wry, macabre smirk — just as
Moon that Loon would off record — any and most every lofty
pretention emanating from that Townshend corner of the band’s equation.
Prime example? Without Uncle Ernie or Cousin Kevin, Tommy would play as just another Jesus Christ: Pinball Star, now wouldn’t he? Suffice to add as well, any singer/songwriter waging the Rock Star Wars out there today need never look any further than Entwistle’s Who By Numbers
masterpiece “Success Story” whenever grappling with the beauty, the
splendor, the wonder bread which is R-O-C-K in the USA: “I am your
fairy manager,” our anti-hero devilishly declares therein. “You shall play Carnegie Hall.” Indeed.

Then again, outside
of The Who’s stadium-approved confines, John’s grim tales took on even
more devious hues and cries. In fact, I for one would wager far more
people perished within the verses filling Entwistle’s solo albums than
anywheres this side of a vintage Johnny Cash long-player. To whit,
Teddy “Ted End” Greenstreet (prophetically?) passes in his sleep, the
titanic trysters of “Love Is A Heart Attack,” you guessed it, succumb
to a joint carnal coronary upon “setting their pacemakers to a boogie
beat,” and sweet young dolly-dancers quickly become the death of the
party as they innocently begin to Do The Dangle ( well there’s a
brand new dance with a brand new angle; it’s the very last waltz and
it’s called The Dangle. You tie a rope round your neck and stand on a
chair, and you kick it away and you’re dancing on air!
). My, but we
can perhaps only imagine just what these three selections alone could
have become if only they’d first surfaced in the prime of the MTV age.

Oh! And did I mention too the limey-poor young Entwistle was forced to build
his very first bass guitar from scratch? John was probably rock and
roll’s very first — and probably last — French hornist as well, plus
his octave-bounding voice never feared soar from the operatic heights
of (the Rolling Stones Rock And Roll Circus rendition
especially of) “A Quick One While He’s Away” deep down to the menacing,
arachniphobic rumble of the aforementioned “Boris.” The guy was also
one skilled artist and particularly caricaturist to boot (again, check
out the utterly underrated Who By Numbers for starters), and
was even reportedly eight chapters into producing his too-long-awaited
autobiography (like all bassmen, from B. Wyman to D. D. Ramone it
seems, John was his band’s resident archivist/historian) when, alas,
Ted End came knocking on his Vegas hotel-room door smack dab upon the
eve of the latest Who Redux Tour. Damn!

Of
course Pete and naturally Roger will carry on without either end of
their original rhythm section now left standing (“John would’ve wanted
it that way,” as the Press Release goes), but The Who without the Loon,
and now The Ox, isn’t a matter I’ll care to turn either ear towards
anymore I fear. For wasn’t it Moon biographer Tony Fletcher, for one,
who pointed out the gnawing chasms separating a Good Band from –A
TRULY GREAT Band? Or, in the words of no less an expert on the subject
as Crawdaddy founder/publisher Paul Williams, “Great rock
groups are miracles of human chemistry. Without the solidity and
musical instincts and unique personality of John Alec, we would not
have had the outrageous creativity and genius and maximum rock and roll
of Keith and Peter and Roger …or The Who at all. So we must thank him
for making modern music as we know it possible.”

Yes. Thank You, John. And remember: You only die once in a lifetime.
– Gary Pig Gold

In
his songs The Ox spent a lot of time playfully – and not so playfully –
mapping types of hells, but that’s just to say that beyond question his
real place is in Heaven.
– Jeremy Gluck

RIP John Entwistle, I hope you are dancing somewhere with Peg Leg Peggy right now.
– Scott McCaughey

   John Entwistle
‘The Ox’ (RIP):

                                        


John Entwistle with the Spyder bass pictured above   

John Entwistle in 1996. Sadly a Heart Attack ended his life

This picture is taken from the ‘the kids are allright’
 far
to early in the summer of 2002, just before another

video, on the double disk DVD of this video you can isolate 
 tour
with The Who

John’s basstrack and play it with a camera angle showing
 

only  the  master himself. That makes it one of

the coolest DVD’s in my collection!

Informazioni aggiuntive

Genere Rock internazionale

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