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ALLMAN BROTHERS BAND – AT FILLMORE EAST polydor 2 LP NL

44,00

1 disponibili

Categoria:

Descrizione

PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E  DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO,  UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .

THE ALLMAN BROTHERS BAND
at fillmore east

Disco Doppio 2 LP 33 giri , 1974,   polydor , 2673021 , holland

ECCELLENTI CONDIZIONI, vinyl ex++/NM , cover ex++/NM sealed but open


ENTER ABB DISCOGRAPHY

The Allman Brothers Band è un gruppo musicale southern rock formato a Macon, Georgia nel 1969. Fondata originariamente intorno ai due fratelli Duane e Gregg Allman la line up originale è costretta a cambiare a causa dell’improvvisa morte del chitarrista Duane Allman,
causata da un incidente stradale alla fine del 1971. Famosi per le loro
esibizioni dal vivo, vengono considerati una delle migliori live band:
il loro disco più famoso e apprezzato rimane At Fillmore East, storica performance del marzo del 1971. In seguito alla morte di Duane Allman il chitarrista Dickey Betts,
gia seconda chitarra, lo sostituisce alla chitarra solista: con questa
nuova formazione incomincia ad arrivare anche il successo commerciale,
grazie ad album più leggeri, spensierati e di più facile ascolto, ma
artisticamente meno rilevanti. Una delle caratteristiche principali del
gruppo è quella di basare la sessione ritmica sull’utilizzo di due
batterie, che eseguono la stessa partitura ma sfasata di una battuta.

  • Etichetta:  POLYDOR
  • Catalogo:  2673021
  • Matrici : 2476 110 / 2476 111 
  • Data di pubblicazione: 1974
  • Supporto:vinile 33 giri
  • Tipo audio: stereo
  • Dimensioni: 30 cm.
  • Facciate: 4
  • Copertina apribile/ gatefold ,  red label, original Polydor inner sleeves

At Fillmore East is a double live album by The Allman Brothers Band, universally regarded as their breakthrough success. Released in July of 1971, At Fillmore East is hailed as one of the greatest live recordings in the history of rock music. It was number 49 among Rolling Stone magazine’s 500 Greatest Album of All Time , At Filmore East remains among the top-selling albums in the band’s catalogue.

Recorded at the Fillmore East music club, the storied rock venue in New York City, on Friday and Saturday March 12, 1971March 13, 1971, it showcased the band’s mixture of blues, Southern rock and jazz. The cover of Blind Willie McTell’s “Statesboro Blues” which opens the set showcases Duane Allman‘s slide guitar work in open E Tuning. “Whipping Post” became the standard for a long, epic jam that never lost interest (opening in 11/8 time, unusual territory for a rock band), while the ethereal-to-furious “In Memory of Elizabeth Reed“, with its harmonized melody, Latin feel and burning drive invited comparisons with John Coltrane (especially Duane’s solo-ending pull-offs, a direct nod to the jazz saxophonist).

The album was produced by Tom Dowd, who condensed the running time of various songs, occasionally even merging multiple performances onto one track. At Fillmore East peaked at #13 on Billboard‘s Pop Albums chart.

Several songs recorded during the same set of shows, including “One
Way Out”, “Trouble No More”, and the memorable “Mountain Jam”, were
later released on Eat a Peach, the latter spanning two sides of the double album.

In 2003 the TV network VH1 named At Fillmore East the 59th greatest album of all time. It was also ranked #49 by Rolling Stone on their list of the 500 Greatest Albums of All Time in the same year. In 2004, it was one of 50 recordings chosen that year by the Library of Congress to be added to the National Recording Registry. The song “Whipping Post” is part of the The Rock and Roll Hall of Fame’s 500 Songs that Shaped Rock and Roll list.

None of the pictures for the cover of the band were actually taken
at the Fillmore East. The photographer Jim Marshall took the cover shot
at the band’s headquarters in Macon, Georgia, where the band formed in 1969.

Normally the band hated being photographed; the cover of The Fillmore Concerts
shows them displaying terminal boredom. However, during the session,
Duane spotted a dealer friend, raced over and grabbed a bag of
contraband, then returned to his seat, discreetly clutching the stash
in his lap. This cracked up all the members, resulting in a memorable
image.

The back cover shows their road crew gathered in the same spot with 16 oz. cans of Pabst Blue Ribbon beer. Their expressions clarify their thoughts about the brand.

Track listing

At Fillmore East

Side one

  1. Statesboro Blues” (Will McTell) – 4:08
  2. “Done Somebody Wrong” (Clarence L. Lewis, Bobby Robinson, Elmore James) – 4:05
  3. Stormy Monday” (T. Bone Walker) – 8:31

Side two

  1. “You Don’t Love Me” (Willie Cobbs) – 19:06 (“Soul Serenade”/”Joy to the World” medley in the ending portions)

Side three

  1. Hot ‘Lanta” (Gregg Allman, Duane Allman, Dickey Betts, Butch Trucks, Berry Oakley, Jai Johanny Johanson) – 5:10
  2. In Memory of Elizabeth Reed” (Betts) – 12:46

Side four

  1. Whipping Post” (G. Allman) – 22:40

image

Lineup

Special Guests

  • Thom Doucette – Harmonica on “Done Somebody Wrong”, “Stormy Monday” and “You Don’t Love Me”
  • Rudolph “Juici” Carter – Saxophone on “Hot ‘Lanta”

Quando si parla di musica ognuno di noi ha i propri gusti e le proprie
preferenze che dipendono da molti fattori, ma ci sono dei rari dischi
che esulano da tutto questo; sono opere monumentali per bellezza e
importanza. Capolavori assoluti riconosciuti all’unanimità. Tra questi
pochissimi album ,che non dovrebbero mancare in ogni collezione rock
che si rispetti, c’è sicuramente “At Fillmore East” della ABB.
Questo è forse, per molti senza forse, il più grande doppio (inteso
come due LP) live di tutti i tempi. L’essenza del vero concerto rock è
tutta qui dentro, ci sono passione, sudore, improvvisazione, tecnica,
grinta e genio allo stato puro. Per decenni questo disco è stato il
metro di paragone con cui doveva confrontarsi ogni live album (assieme
a Live Dead) e ben pochi sono riusciti a reggere al confronto.
L’importanza di questo live è enorme per diverse ragioni: è stato uno
dei primissimi doppi dischi dal vivo, inaugurando la miglior stagione
di sempre per ciò che riguarda i live album. Il suo grande successo ha
spinto tutte le band migliori del momento a considerare il doppio live
come una prova di maturità. Esso ci da inoltre la possibilità,purtroppo
unica, di sentire il grandissimo Duane Allman nella sua versione
migliore. La prima edizione del disco conteneva 7 tracce di quel mitico
concerto che lanciò la ABB alla conquista del mondo e fece conoscere il
southern rock al grande pubblico.

Ci troviamo nel 1971 ed i due fratelloni Allman
da qualche tempo miscelano sapientemente la tradizione del blues con
quella del soul, shakerando il tutto con massicce dosi di influenze
jazzistiche provenienti da Coltrane e Davis (Duane Allman conosceva
alla perfezione ogni singola nota di “Kind of Blue”).
Supportati da una sezione ritmica consistente ed innovativa (si
combatte ancora per capire se furono gli Allmans o le Mothers di Zappa
ad essere i primi ad inserire due batteristi nella line up) e
coadiuvati d Dickey Betts, altra ottima mente compositiva nonchè
vigorosa chitarra, la Allman Brothers Band mise insieme una carovana in
perenne tour la quale diede ben presto vita a quello che ancora oggi è
uno dei migliori spettacoli live esistenti se non addirittura LO
spettacolo live per antonomasia. Il tutto a dispetto delle defezioni,
morti, reunion e disfacimenti che hanno percorso la vita della Band.
Era l’anno di grazia del 1971 e gli Allmans erano reduci da 3 serate
infuocate al leggendario Fillmore East di New York City (11 , 12 e 13
marzo). La grandezza dello spettacolo del 13 e l’intuito e la
caparbietà di Phil Walden della Capricorn a voler far uscire non solo
un album live (fino a quel tempo solo due erano stati gli album live
con un apprezzabile successo commerciale: Live at The Apollo di J.
Browne e Ray Charles live at Newport Jazz Festival), ma addirittura un
doppio album live a prezzo speciale, fecero sì che ancora oggi le note
del Live at Fillmore suonino attraverso i cd player o i piatti
dell’intero pianeta.
Da lì a qualche mese (ottobre 1971) il perno principale della Band sarebbe scomparso.
Morto in un incidente stradale nei pressi di Macon, Georgia, dove c’era il quartier generale della Band.
Il successivo album, appunto “Eat a Peach” (titolo a dir poco macabro
visto che Duane si era schiantato contro un camion che trasportava
pesche), manifestò la voglia della Band di continuare ad esserci
nonostante le evidenti difficoltà. L’album ebbe un successo
straordinario ed è ancora uno degli album più venduti degli Allmans.
Nella edizione originale erano contenute alcune registrazioni dai
concerti del marzo 1971 al Fillmore (“Mountain Jam” e “Trouble No
More”) oltre a “One Way Out” registrata durante la serata del 27 giugno
1971, il tutto assemblato insieme ad alcuni brani registrati nel
dicembre del 1971, poco dopo la morte di Duane, a voler dare un segnale
di continuità nonostante la perdita di uno dei fondatori, oltre che
astro consolidato della chitarra elettrica.
Le nuove canzoni regalarono a tutti i fans alcune delle gemme più
preziose della carriera degli Allmans: la dolcissima “Melissa” (non è
possibile stimare quante neonate dei primi anni 70 furono chiamate
Melissa), la gigantesca “Les Brers in A Minor” e la poetica “Little
Martha”.
Stava nascendo insomma quella grande famiglia chiamata Allmans e la
tragedia della morte di Duane aveva accellerato il processo di coesione
del concetto di di fratellanza e di “famiglia” che verrà celebrato con
il bellissimo “Brothers and Sisters” (pubblicato dopo la morte di Barry
Oakley e con l’ingresso di Chuck Leavell al piano e Lamar Williams al
basso): un concetto messo a dura prova dagli eventi tragici che
seguirono (la morte di Barry O. ed anche i fattacci di droga che
coinvolsero Gregg Allman) ma che ha saputo resistere durante tutti
questi anni al punto tale che tutte le bands che oggi circolano
nell'”area Allman” ( tra i tanti, Gov’t Mule, Derek Trucks Band,
Yonrico Scott Band, Oteil and the Peacemakers e Devon Allman) sembrano
tutti figli della stessa grande mamma.

Derek and Warren, The Gorge, George, WA 7-3-04 Derek and Warren

Veri dominatori della musica rock degli anni ’70 e porta-bandiera
del rock “sudista”, gli Allman Brothers sono l’emblema del rock d’equipe
del decennio, basato su preparazione ed affiatamento, che
relega a un ruolo secondario la composizione rispetto alla performance
del collettivo.
I lunghi brani improvvisati rassomigliano piu` a medley di motivi celebri
che non a deliri della psiche. D’altronde questo blues-rock e` stimolato
piu` dall’alcool che dall’acido, e ha la funzione d’intrattenere
professionalmente un pubblico pagante piu` che di espandere le loro
coscienze.

Gli Allman Brothers hanno seguito grosso modo la parabola dei Grateful Dead,
sia pur con qualche anno di ritardo, dall’acid-rock al country-rock,
adattandola al piu` tradizionale e meno innovativo humus culturale del Sud.
Gli assoli intricati di Duane e le armonie chitarristiche in coppia con Betts
sono le uniche vere innovazioni apportate dal gruppo.

Nativi entrambi del Tennessee, i fratelli Duane e Greg
Allman erano nel 1968
(rispettivamente alla chitarra e all’organo) titolari di uno dei tanti complessi
blues-rock californiani: gli Hourglass, titolari di The Hourglass (1967)
e Power of Love (1968). Nel 1969 si insediarono a Jacksonville,
Florida, e, dopo essersi fusi con un complesso locale di rhythm and blues,
diedero vita agli Allman Brothers, esordendo con un funk lagnoso a ritmo
pellerossa che sarebbe diventato la loro sigla (Midnight Rider, 1970).

Sui primi due album, The Allman Brothers Band (Capricorn, 1969)
e Idlewild South (1970), ristampati come Beginnings (1974),
gli Allman Brothers si conquistano
una doppia fama: Duane in prima persona che, partecipando a decine di session con
i mostri sacri del soul (Aretha Franklin e Wilson Pickett fra gli altri),
e` diventando uno dei chitarristi piu` stimati del nuovo decennio, familiare
tanto con lo stile boogie alla lead quanto con lo stile slide di Elmore
James, tanto con il picking del country quanto con il fraseggio del jazz;
e gli Allman
nell’insieme incantando sia le platee, con il loro possente blues-rock sudista,
sia la critica, con un repertorio che comprende classici della statura di
Whipping Post, Dreams (sul primo)
e In Memory Of Elizabeth Reed,
insieme a tanti estratti dal libro del
blues (da Willie McTell a Sonny Boy Williamson).

Gli Allman Brothers usano la canzone
come un canovaccio, attorno al quale si sprigiona piano piano il solido sound
a due chitarre (in genere Duane e
Richard Betts in sensazionali duetti “creativi”) e a due batterie,
con una formazione (completata dalle tastiere di Gregg e dal basso di Barry
Oakley) che garantisce uno stile al tempo stesso feroce ed inventivo.
Indubbie doti di performer consentono alla troupe di variare all’infinito il
tema prescelto, secondo una prassi piu` jazz che rock, ma caricando gli spunti
di un umore virile e corposo tipicamente sudista.

Non a caso la consacrazione del gruppo avviene con i due doppi dal vivo
Live At Fillmore East (Capricorn, 1971) e
Eat A Peach (Capricorn, 1972),
raccolte definitive dei
loro cavalli di battaglia.
Sul primo troneggiano le versioni fiume di Whipping Post ed
Elizabeth Reed, sul secondo una monumentale
serie di variazioni sul tema della There Is A Mountain di Donovan che dura
in tutto piu` di mezz’ ora, lungo viaggio senza ritorno nel cuore della
musica ed estrema consacrazione del genere blues-psichedelico (improvvisazione
libera alla Cream e suite oscura alla Grateful Dead).
Sul secondo brillano anche versioni sanguigne di loro classici come
Ain’t Waisting Time No More, una romantica ballata country di Greg,
Melissa, lo strumentale psichedelico Les Brers In A Minor di Betts,
e una versione mozzafiato di One Way Out.

Duane Allman si ammazzo` pero` nell’Ottobre del 1971 in un incidente di
motocicletta, consacrandosi alla leggenda e alle speculazioni discografiche,
seguito a ruota da Oakley (anche lui in un incidente motociclistico, nel
novembre 1972, quasi nello stesso punto). L’evento fa comunque
pubblicita` al complesso, che registra tutti esauriti a catena fino ai
seicentomila di Watkins Glen (1973); ma impoverisce alquanto la classe
del gruppo, che in Brothers And Sisters (1973), album milionario,
vivacchia sulle tiepide composizioni del secondo chitarrista Dickey Betts,
ballate come Southbound, funky e vivacizzata dal pianismo vellutato
e swingante del nuovo tastierista Chuck Leavell,
e Ramblin’ Man, il loro country-rock
piu` orecchiabile (scritto da Betts), oppure il blues sincopato per dobro di Pony Boy,
oppure ancora
Jessica, frenetico strumentale soul che sfoggia un assolo
vertiginoso di Leavell al piano e un ritornello elettrizzante per la
chitarra di Betts.
Sono canzoni sofisticate che amalgamano country e blues con uno spirito
moderno, e sempre nobilitate da fluenti mini-jam strumentali.
Cosi` anche Don’t Want You No More
(sul nuovo doppio dal vivo, Wipe The Windows, 1976), mentre
Win Lose Or Draw (1975) non aveva molto di nuovo da offrire.

La situazione favori`
le tendenze centrifughe, fomentate dai dissidi ideoligici fra il piu`
bluesistico Dicky Betts (il principale compositore) e il piu` campagnolo
Greg Allman (erede legittimo al trono, nonche’ marito di Cher).
Un’impostazione piu` commerciale e una
routine senza nerbo diedero il colpo di grazia, e il complesso si sciolse.

Betts formo` i Great Southern e poi una sua band, con cui continuo` a proporre
il sound soporifero dei tardi Allman Brothers. Stesso dicasi di Gregg Alman.
Il tasterista Leavell formo` i Sea Level, che suonano un jazz-rock piu`
interessante.

Gli Allman Brothers si riunirono (senza Leavell) per
Enlightened Rogues (1979), Reach For The Sky (1980) e
Brothers Of The Road (Arista, 1981),
che sono parodie del vecchio sound (Straight From The Heart).
Dreams (1989) e` un’antologia.
Questo e` il gruppo di Betts, non di Allman, ma alla fin fine vale quanto
quello originale.

Derek and Gregg, The Gorge, George, WA 7-03-04  Derek and Gregg



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