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URANELLA N.4 LE VAMPIRE DELLO SPAZIO 1966 edizioni bianconi

9,90

1 disponibili

Categoria:

Descrizione

IL BISOGNO DI FUGGIRE ED EVADERE LA REALTA’, ASTRAENDOLA ED ALIENANDOSI DA ESSA, E’ LATENTE ED INNATO NELL’ESSERE UMANO, E GLI ACCORGIMENTI E LE SCORCIATOIE PER STORDIRE LA PSICHE ED ANESTETIZZARE LA COSCIENZA POSSONO ESSERE INFINITI ED ESTREMAMENTE INGEGNOSI ED ELABORATI, ANCHE SENZA RICORRERE A DEVASTANTI INDUZIONI O INIBIZIONI CHIMICHE. QUANDO LA TESTA TRA LE NUVOLE NON BASTA PIU’, SI POSSONO ARTIFICIOSAMENTE DILATARE DEL TUTTO LE DISTANZE DAL MONDO ESPERIBILE PORTANDO IL PROPRIO CERVELLO SULLA LUNA COME FA ORLANDO NEL POEMA DELL’ ARIOSTO, O ANDARE ADDIRITTURA MOLTO PIU’ LONTANO, DOVE NESSUN GSM O GPRS POTRA’ MAI RINTRACCIARLO, CONFINANDOLO SU PIANETI SCONOSCIUTI ED INACCESSIBILI COME NEL CASO DI QUESTA DOLCE MA SQUILIBRATA FANCIULLA CHE DELOCALIZZA LE SUE FACOLTA’ MENTALI ADDIRITTURA SUL LONTANISSIMO ED INESPLORATO PIANETA URANO, DA CUI ORMAI MANDA APPENA QUALCHE CARTOLINA OGNI TANTO. LE STORIE DI QUESTO GIORNALINO SI RIFERISCONO AL PERIODO IN CUI LA GIOVINE NON ERA ANCORA SBARELLATA DEL TUTTO E MANIFESTAVA ANCORA QUALCHE SPRAZZO DI RAGIONE E DEI BARLUMI DI LUCIDITA’, PUR CREDENDO DI AGIRE NEI CONFINI ASSURDI DI SPAZI E DIMENSIONI DEL TUTTO IRREALI ED IN FOLLI SITUAZIONI ASSOLUTAMENTE IMPLAUSIBILI.



(TANTE BELLE ED INCONCLUDENTI PAROLE PER TACCIARE LA PURA E SEMPLICE VERITA’, OSSIA CHE QUESTO FUMETTO E’ LA SPREGEVOLE SCOPIAZZATURA ITALIANA DI BARBARELLA, MA FATE FINTA CHE NON VE L’ABBIA DETTO)

Uranella è una splendida principessa che viene esiliata dal suo pianeta
natale Neutron a causa agli intrighi messi in atto dal mago Morbius. Non
potendo più tornare a casa Uranella diventa una sorta di giustiziere
galattico al femminile.

aka AURANELLA , ANTEA LA VENUS DEL ESPACIO , FUMETTI DI FANTAMAGIA

  disegni Floriano Bozzi

N.4 DEL NOVEMBRE 1966, EDIZIONI BIANCONI

CONDIZIONI MOLTO BUONE, LIEVE SEGNO A BIRO SEMICIRCOLARE IN COPERTINA, COSTOLINA PIUTTOSTO MALRIDOTTA CON DIVERSI PUNTI DI CONSUNZIONI E ABRASIONI DI 2 CM NELL’ ESTREMITA’ INFERIORE E DI UNO IN QUELLA SUPERIORE, SIGLETTA A BIRO IN RETROCOPERTINA, LIEVE RESIDUO DI COLORITURA DI RESA NELLO SPESSORE INFERIORE


Uranella iniziò ad essere pubblicata
nell’agosto del 1966, ed appartiene ad un filone molto interessante che
da noi viene comunemente classificato all’interno della categoria dei
fumetti neri, ma in realtà rappresenta una categoria a parte (ne
discuteremo presto  proprio nella rubrica sui fumetti neri). La
categoria è quella delle Eroine Fantasexy nate dal successo del personaggio francese Barbarella
di Jean Claude Forest, icona della liberalizzazione dei costumi e
dell’emancipazione femminile (personaggio che in generale è molto più
osé delle sue sorelle italiane).

Barbarella si acoppia anche coi robot!

Anche la nostra Uranella è
figlia della sua epoca, e l’erotismo è una componente chiave delle
storie. Naturalmente, se avete mai letto qualcuno di questi fumetti
“erotici” sapete che, per gli standard odierni, si tratta di un erotismo
proprio all’acqua di rose, dove nella situazione più estrema la
signorina di turno  è in bikini e dà un bacio in bocca al suo amante. E
Uranella non fa eccezione:

Ma
il bello sta proprio nel fatto che, nonostante le situazioni così poco
spinte, la mano di Bozzi riesce ad evocare una sensualità difficilmente
riscontrabile in altre opere dello stesso periodo. Neanche Magnus,
secondo me, in questi anni ha ancora raggiunto i suoi vertici
espressivi. Forse solo Crepax con Valentina ci è riuscito, ma quella di
Crepax è una sensualità che si esprime come effetto visivo, artistico,
pittorico. E’ costruzione formale.

Bozzi invece riesce a generare un’attrazione partecipe, che quindi ha in
sé il germe della pornografia, intesa nel senso positivo, come
sensazione di essere catturati da un’oscenità affascinante, in
un’invasione totale dell’intimità personale. Ti cattura nei livelli più
profondi. Nonostante gli abiti non troppo scoperti, queste donne sono
davvero erotiche, pornografiche.

La storia di Uranella è al confine tra la fantascienza e il fantasy, un
po’ tipo la saga di Tschai di Jack Vance, ma con in più l’intrusione di
miti, dèi e semidèi che si muovono in un mondo di tipo medievale fatto
non solo di navi spaziali ma anche di  maghi e incantesimi. I testi
sono, per i miei gusti, decisamente belli, e sono stati scritti da
sceneggiatori di grande levatura:  Michele Gazzarri, Pier Carpi e Nino Cannata.
Uranella viaggia assieme ad Antares, col quale ha una relazione amorosa
molto “aperta” ad altri incontri, e i due sono costretti a peregrinare
per lo spazio perché Morbus, il terribile mago del pianeta Inferia, ha
distrutto il loro mondo costringendo al limbo i suoi abitanti. I primi
episodi sono dunque un viaggio nella galassia alla ricerca del pianeta
Inferia, finché il pianeta viene raggiunto e, nell’albo n.9, Morbus
viene trovato e muore… per amore:

Gli episodi successivi sono un continuo viaggiare per mondi
sconosciuti poiché la maledizione non è stata cancellata e il pianeta
natale di Uranella è perduto.

La morte di Morbus così strana non è però casuale, e si incastra nel
gioco delle pulsioni verso l’amore e verso la morte caratteristiche di
questo fumetto.  Buona parte della componente erotica, è data infatti
dai… mostri. Il mostro, si sa, è erotico per antonomasia. E’ anch’esso
pornografico perché è la depravazione della normalità, e crea su chi lo
osserva una curiosità morbosa. E’ un tabù violato. Ci rende piccoli e
indifesi, perché ci attrae e ci spaventa allo stesso tempo, come un
adolescente alla scoperta del mondo del sesso. E in Uranella la
mostruosità è in perfetta armonia con l’erotismo. E’ la dicotomia
donna-mostro, vita-morte. E’ il mito della bella e la bestia: Eva e il
serpente, Parsifae e il toro. In Uranella il mostro, quando è uomo, è in
costante ricerca dell’accoppiamento amoroso, è dunque desideroso di generare. Cosa che ci appare abominevole e estremamente legittima allo stesso tempo.

Oppure di mangiare, che in fondo è la stessa cosa e ancora di più,
perché è la propria rigenerazione nell’annullamento dell’altro.

Quando è donna, è doppiamente pornografico perché seduce e uccide.

In ogni albo ci sono tantissimi mostri diversi, ognuno con la sua
perversione, ognuno con la sua pulsione. E sono disegnati superbamente e
bellissimi. Io amo i mostri, ma quelli di Bozzi li amo ancora di più.

Collezinisticamente Parlando:

Escono 20 numeri dall’ Agosto del 1966 al Maggio del 1968, per conto delle Edizioni Bianconi. Viene pubblicato anche in altri paesi europei, tra cui Francia e Germania. La serie francese (dal titolo Auranella)
è particolarmente interessante perché è durata 26 numeri, ma negli
ultimi 6 numeri non c’è Uranella… Esiste anche una serie tedesca (Uranella), che se non sbaglio è di sole 12 uscite.




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