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THE BUDDY HOLLY STORY VOL. I masters LP 1984 NL

24,99

1 disponibili

Descrizione

PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E  DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO,  UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .

BUDDY HOLLY
the buddy holly story vol. 1

Disco LP 33 giri , 1984,   Masters , MA 191185  , Holland

OTTIME CONDIZIONI, vinyl ex++/NM , cover ex++.

                                                                            

                            

Buddy Holly, nome d’arte di Charles Hardin Holley (Lubbock, 7 settembre 1936Clear Lake, 3 febbraio 1959), è stato un cantante, cantautore e chitarrista statunitense. La sua musica, che passa dal pop al rockabilly ed al rock and roll
(egli fu proprio uno dei primi grandi interpreti di tal genere) lo
resero molto amato ed apprezzato dai giovani negli anni Cinquanta.

Gorgeous dutch compilation first part with original recordings
including Ed Sullivan Show Segments & News Broadcast Feb. 3 1959

Macabra e miserabile compilation con 16 indimenticabili brani del leggendario e sfigatissimo Buddy Holly il nerd rockabilly tragicamente perito e deperito in un incidente schiantandosi con l’ aereo  ( ricordiamoci di toccarci sempre i maroni ogni volta che facciamo il check – in ) , include le registrazioni originali della prima apparizione in Tv allo show di Ed Sullivan nel 1957 e il giornale radio della stazione WNOE di New Orleans del 3 febbraio 1959 con la drammatica notizia della morte del cantante .
                                       

  • Etichetta: Masters
  • Catalogo:  191185
  • Data di pubblicazione: 1984
  • Supporto:vinile 33 giri
  • Tipo audio: stereo
  • Dimensioni: 30 cm.
  • Facciate: 2
  • White paper inner sleeve

Track listing

  1. It doesn’t matter anymore
  2. That’s my desire
  3. Good rockin’ tonight
  4. Stay close to me – vocals Lou Giordano
  5. Ed Sullivan show part 1 : That’ll be the day
  6. Baby it’s love – with Bob Montgomery
  7. Learning the game
  8. Rip it up

  1. Love me
  2. Queen of the ballroom – with Bob Montgomery
  3. Rock around with Ollie Vee
  4. Ed Sullivan show part 2 : Peggy Sue
  5. That’s what they say
  6. Down the line – with Bob Montgomery
  7. Crying , waiting, hoping
  8. News-Broadcast WNOE  New Orleans  February 3, 1959 and part of Peggy Sue
Musicians :

   Joe Mauldin – bass
   Jerry Allison – drums
   Sonny Curtis – fiddle
   Norman Petty – piano
   Nikki Sullivan – rhythmguitar
   Don Guess – bass
   Grady Martin – guitar
   Larry Welborn – bass

Iniziò a cantare durante gli anni del liceo, e verso la metà degli anni Cinquanta cantava e suonava musica country and western in piccoli locali del sudovest degli Stati Uniti d’America. Sempre più attratto dalla musica rock, Holly registrò vari brani sia come solista sia come leader di un gruppo, i Crickets, per i quali firmò il grande successo “That’ll Be the Day” nel 1957. Il titolo di questa canzone era curiosamente ispirato a una frase che l’attore John Wayne ripeteva nel film Sentieri selvaggi, uscito l’anno prima. 

Nello stesso anno il suo singolo “Peggy Sue Buddy Duet jessie jennings ” scalò le classifiche, rendendolo popolarissimo e pari ad Elvis Presley nello scatenare l’entusiasmo del pubblico. Holly e i Crickets ebbero un regolare programma radiofonico (19551958) e suonarono in tutto il mondo.

Il tono accattivante e il fascino fanciullesco della sua voce e
delle sue canzoni che valsero il successo a Buddy Holly segnarono però
anche il declino del rock and roll. Holly scrisse ed eseguì pezzi
memorabili, sia in versione solista sia con il complesso dei Crickets.

Nello stesso periodo Holly compì diverse apparizioni, sia da solo
sia con i Crickets, nei principali varietà televisivi statunitensi. La
fenomenale carriera di Holly fu bruscamente interrotta da un incidente
aereo; il 3 febbraio 1959, chiamato anche il “giorno in cui la musica
morì”, scomparvero con lui anche gli artisti rock Ritchie Valens e Big Bopper (nome d’arte di J.P. Richardson). La vita e i successi di Holly furono portati sullo schermo dal film The Buddy Holly Story (1978) e sui palcoscenici dal musical Buddy: The Buddy Holly Story (1990). Holly compariva come figura minore anche tra i personaggi del film La Bamba.


Il monumento dedicato a Buddy Holly

Il 16 settembre 2003
è stato dedicato alla sua figura un monumento nel luogo in cui avvenne
l’incidente mortale, ma questo non è l’unico tributo che gli è stato
donato: per esempio tante rockstar, influenzate dalla sua musica, hanno
inserito omaggi a Buddy Holly nei loro brani.

Valga per esempio della canzone (intitolata appunto “Buddy Holly“) dei Weezer, il cui videoclip fu inserito tra i contenuti bonus del CD di installazione del sistema operativo Microsoft Windows 95.

In Pulp Fiction di Quentin Tarantino, nel locale Jack Rabbit Slim’s a tema anni ’50 sono incluse le stelle dell’epoca, tra cui un cameriere travestito da Buddy Holly (Steve Buscemi).

I Beatles, quando ancora si chiamavano The Quarry Men, fecero una cover di That’ll be the day con 2 chitarre in una registrazione casereccia, che appare nell’Anthology 1.

La canzone American Pie di Don McLean,
è un tributo a Buddy Holly. Il brano parla dei terribili eventi del
“giorno in cui la musica morì”, il 3 febbraio 1959, in cui Buddy Holly
morì (insieme a Ritchie Valens e J.P. Richardson).

Il cantautore americano James Taylor ha riarrangiato Everyday, 30 anni dopo, in modo impeccabile evidenziando l’estro innovativo e mirabile dell’artista scomparso premuratamente.

The Day the Music Died

February 3, 1959

                                                                                
Welcome to THE DAY THE MUSIC DIED. One moment, please.

Informazioni aggiuntive

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Condizioni

Compilation

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