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THE AMAZING BLONDEL – EVENSONG island ILPS 9136 1970 LP UK psych folk rock

89,00

1 disponibili

Categoria:

Descrizione

PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E  DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO,  UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .

THE AMAZING BLONDEL
evensong



Disco LP 33 giri , Island, ILPS 9136 ,  1970,  UK , first pressing , pink rim palm label

OTTIME CONDIZIONI, vinyl ex++/NM , cover ex++

http://www.rootstime.be/EXTRA/2010/BL1972-band_in_the_garden-1.jpg

Gli Amazing Blondel sono un altro gruppo musicale inglese della leva fine anni sessanta dei menestrelli moderni, formato da Eddie Baird, John Gladwin, e Terry Wincott. La loro musica è stata definita a volte come psych folk, ma in effetti può meglio definirsi progressive folk, inteso come una reinvenzione della musica Rinascimentale, basata sull’uso di strumenti di quel periodo, come il liuto e il flauto dolce. A volte la loro armonia è incantevole ed estremamente suggestiva, in altri momenti però fa venire su due maroni così.

                                                                    
Evensong è il loro secondo album inciso nel 1970. Per poterlo ascoltare e gustare nel modo più appropriato dovreste prima esservi confessati con un prete anglicano, o almeno con uno luterano, ma se proprio siete accerchiati e pressati dall’ intransigente fanatismo cattolico e non avete via d’ uscita allora vanno bene anche Don Mazzi, frate Cionfoli o il Mago Otelma

                                                             

Evensong was the second album released by the band Amazing Blondel.
It featured the style of music which they described as
“pseudo-Elizabethan/Classical acoustic music sung with British accents”.

By this time, the band were touring Britain extensively as part of a package of artists supporting major bands such as Free, and their contrasting style coupled with bawdy anecdotes between songs found favour with rock audiences.

The gatefold album cover shows the band in the cloisters of Lincoln Cathedral
holding period instruments, while the interior lists credits and lyrics
for the songs surrounding a photograph of the band in performance.

  • Etichetta: Island
  • Catalogo: ILPS 9136
  • Matrici : ILPS 9136  A – 3U  / ILPS 9136  B – 3U
  • Anno di pubblicazione: 1970
  • Supporto:vinile 33 giri
  • Tipo audio: stereo
  • Dimensioni: 30 cm.
  • Facciate: 2
  • Copertina apribile / gatefold sleeve , pink rim palm label , white paper inner sleeve

Track listing

 

All songs credited to Gladwin except where specified.

Side one

  1. “Pavan” (3:20)
  2. “St. Crispin’s Day” (2:18)
  3. “Spring Season” (3:38)
  4. “Willowood” (3:22)
  5. “Evensong” (3:10)
  6. “Queen of Scots” (Baird) (1:40)

Side two

  1. “The Ploughman” (3:05)
  2. “Old Moot Hall” (2:38)
  3. “Lady Marion’s Galliard” (3:44)
  4. “Under the Greenwood Tree” (3:15)
  5. “Anthem” (2:52)


Personnel

  • John David Gladwin – lead vocals, lute, theorboe, cittern, double bass
  • Terence Alan Wincott – crumhorn, recorders, pipe-organ, vocals (and occasional lead vocals), tabor pipe, tabor, flute, harmonium, lute, harpsichord
  • Edward Baird – lute, cittern, vocals (and very occasional lead vocals)

Other musicians :

..

Eddy,
John & Terry


Evensong is the second album by the Medieval Folk-Rock (or as Amazing
Blondel said “pseudo-Elizabethan|Classical acoustic music sung with
British accents”) The Amazing Blondel.
“Pavan”, “Willowood”,
“Evensong” and the instrumental “Queen Of Scots” are easily the best
songs of the album. Not that the others are bad, this ones just sound
better than the rest.
The cover is a photo of the band in the cloisters of Lincoln Cathedral holding instruments from the XV-XVI century.
The Name of the band is a tribute to a ministrel from the court of Richard the Lionheart.

                                                          

The trio’s first fully realized album is a self-consciously archaic work
built

around medieval balladry and madrigals, and performed on period
instruments.

The group doesn’t sound entirely at ease working in this
style, but the crisp,

folk-like feel and the timbre and singing have
great charm.

I The Amazing Blondel debuttano nel 1970 con il primo full-lenght Evensong,
che costituisce uno dei capitoli più oscuri del Progressive inglese:
infatti la particolarità della musica proposta, un Prog unito a Folk
medievale e la presenza dei grandi Jethro Tull nel panorama rock britannico hanno sempre offuscato la produzione del gruppo capeggiato da Gladwin.
Lo stile della band però si allontana enormemente da quello dei Jethro Tull, poiché i The Amazing Blondel
impiegano solo strumenti acustici e percussioni, spaziando da archi a
chitarre e liuti, che compongono l’architettura melodica di ogni
canzone; le undici tracce in cui Evengong si struttura sono
delle brevi ballate e madrigali medievali, che risentono lontanamente
dell’alone di psichedelia che ha invaso l’Inghilterra negli anni
’60-’70.

Il flauto traverso, già noto al pubblico settantiano
dopo la sua introduzione nel Rock da parte di Ian Anderson, rappresenta
il punto di forza del trio, poiché conferisce all’album quell’atmosfera
rinascimentale sognante e folkloristica: l’aria popolare che
caratterizza tutte le opere dei Jethro Tull diventa qui viva testimonianza del sound di questa formazione rimasta sempre dimenticata.
Le voci e i cori si adattano al contesto dell’opera, dando origine a
modulazioni espressive toccanti e coinvolgenti; ciascun brano è diretto e
piacevole all’ascolto, in quanto la strumentazione del periodo
medievale non risulta monotona ma alquanto rilassante e apprezzabile.
I momenti di massima tensione emotiva sono raffigurati dalla iniziale Pavan e dalla splendida Ploughman,
che commuovono per la loro compostezza e raffinatezza: la sezione degli
organi tipici dell’epoca arricchisce l’intreccio del basso acustico e
del liuto con accordi di sottofondo.

Le undici ballate
definiscono un’immagine ben precisa, una breve storia del folklore
inglese, descrivendo temi eleganti, che pur essendo abbastanza simili da
una canzone all’altra, conferiscono un tono delicato al timbro della
band.
Le sfumature Progressive sono pressoché nulle, ma si intravedono in qualche organo suonato solennemente, come nella conclusiva Anthem, molto barocca nell’approccio.
Quindi Evensong,
sebbene sia stato pubblicato nel 1970, ha costituito una svolta
evoluzionistica per il Rock europeo e per questo non è da subordinare
rispetto ai primi album che hanno delineato il nuovo genere inglese: Evensong deve essere posto allo stesso livello dei contemporanei Strawbs (Strawbs – 1969), Stand Up (Jethro Tull – 1969) e On the Shore (Trees – 1970) e deve essere ascoltato con cura per capire al meglio i successivi mutamenti stilistici dei The Amazing Blondel,
che fanno rivivere emozioni legate a tradizione, leggende, amore
cortese e castelli; perciò la magica atmosfera creata elegge a bardi i
tre inglesi amanti della musica acustica pura e nobile nella sua forma.

Amazing Blondel were formed by John Gladwin and Terry Wincott when their heavy rock band Methusela
proved not to be as long-lived as might have been hoped for. Named
after the trouvère (poet/musician) Blondel de Nesle, the new band played
an exclusively acoustic repertoire whose lyrics are laden with medieval
references and rustic imagery. The addition of guitarist Edward Baird
completed the trio who were to record Amazing Blondel’s best-regarded
work.

Evensong is technically the band’s second album, with the debut The Amazing Blondel and a Few Faces
having been recorded before Baird’s arrival and with a different record
company. The music owes much to the British folk and roots scene at the
time, but also draws inspiration from the English Renaissance, as well
as Simon and Garfunkel, with their dual guitars (actually, lutes
in this case) and occasional harmonies. The lutes here are probably an
affectation. They are played like guitars, and usually sound like
guitars. They just look better and take ten times as long to tune up.

The
music does not aspire to be authentically Elizabethan, and in fact
rarely aspires to be any more than twee neo-minstrelsy. Nonetheless,
it’s entertaining for what it is. The band occasionally branches out
into slightly different formats, such as the theme and variation of
“Queen of Scots.” And how many bands apart from Gryphon really know how to get the most out of a crumhorn?

This is not an album for everyone. Let’s face it, they almost certainly rock less than Simon and Garfunkel,
the medieval lyrics will grate on some even though they’re probably
some of the better examples of the genre, and others will find too
little variation. If, though, you fancy a wee bit of harmless
minstrelsy, this is probably the best group to start with. They are more
accessible than Gryphon at their most polished, and more polished than Gryphon at their most accessible. The recent reissue of this album as a twofer with Fantasia Lindum is an excellent buy, and recommended for anyone who likes the idea of an Elizabethan atmosphere with a 1970’s folk approach.


                                                         http://www.gaudela.net/blondel/pic/1972-band_in_the_garden-2a.jpg        

John Gladwin e Terry Wincott suonavano entrambi in una band molto
“elettrica” chiamata Methuselah. A un certo punto nei loro concerti i
due si producevano in un duetto acustico che riscuoteva un grande
successo presso il pubblico: questo gli permise di portare alla luce la
particolarità della loro musica. Così nel 1969
lasciarono i Methuselah e cominciarono a lavorare sul loro materiale
acustico. Inizialmente questo materiale derivava dalla musica folk,
in linea con molti degli altri gruppi di quel tempo. Tuttavia, loro
cominciarono a sviluppare un personale idioma musicale, influenzato da
una parte dai primi revivalisti come David Munrow, e dall’altro dai loro ricordi di infanzia legati alla serie TV Robin Hood, con la colonna sonora pseudo medievale di Elton Hayes. Il gruppo si volle chiamare all’inizio Blondel da Blondel de Nesle, menestrello, poeta e musicista vissuto in Francia attorno a 1200, che la leggenda colloca alla corte di Riccardo I d’Inghilterra.
Secondo la leggenda, quando Riccardo I fu fatto prigioniero, Blondel
viaggiò per tutta l’Europa centrale, cantando ad ogni castello per
localizzare il Re ed aiutarlo a fuggire. Questo nome per il gruppo fu
suggerito da uno chef chiamato Eugene McCoy, che ascoltò alcune delle
loro canzoni e commentò: “Oh, molto Blondel! ” e così cominciarono ad
usare quel nome. Successivamente furono consigliati di aggiungere un
aggettivo (in linea, per esempio, con la Incredible String Band ) e così divennero gli Amazing Blondel. Il loro primo album “The Amazing Blondel” fu registrato nel 1969 per l’etichetta Bell Records, ma non ebbe un gran successo. L’anno dopo furono presentati da alcuni membri dei Free a Chris Blackwell della Island. Blackwell li mise sotto contratto per la sua etichetta, per la quale registrarono i loro tre più importanti album: Evensong, Fantasia Lindum ed England. Cominciarono quindi a girare in tournée, sia con propri concerti che come gruppo di spalla per band come Genesis, Procol Harum e Steeleye Span.
Sul palcoscenico, puntarono sulla precisione tecnica della musica e
sulla versatilità di strumentazione (molti concerti comportarono l’uso
di circa quaranta strumenti). Tuttavia, sorse un conflitto tra i
desideri dei loro manager, che premevano per organizzare sempre più
tour, e il gruppo, che invece voleva passare più tempo a produrre nuovo
materiale e in studio di registrazione. Alla fine, questa situazione
portò nel 1973
alla partenza di John Gladwin (che aveva scritto la maggior parte del
loro materiale). I rimanenti due membri del gruppo decisero di
continuare come duetto, accorciando il loro nome in “Blondel”. Con
questa nuova formazione, continuarono a registrare molti album con un
gran numero di musicisti ospiti, tra cui Steve Winwood e Paul Kossoff. Dalla fine degli anni settanta, il punk diventò il genere musicale predominante e il folk perse popolarità: Baird e Wincott smisero di suonare sotto il nome di Blondel. Il gruppo originale si riformò nel 1997 e produsse un nuovo album, “Restoration”. Da allora, hanno cominciato ad esibirsi in tutta Europa. Nel 2005,
Terry Wincott ha subìto con successo un’operazione per l’applicazione
di un bypass cardiaco, che ha rimesso in discussione i piani del gruppo
per i concerti futuri.

Membri del gruppo

John David Gladwin ed Edward Baird sono nati e cresciuti a
Scunthorpe, nel Lincolnshire. Terence Alan Wincott è nato in Hampshire
ma si trasferì giovanissimo a Scunthorpe. I membri del gruppo sono tutti
abili musicisti: Gladwin canta e suona: chitarra a dodici corde, liuto, contrabbasso, tiorba, cetra, tamburello e campane tubolari. Wincott canta e suona: chitarra acustica, armonium, flauto, ocarina, congas, cromorno, organo, tamburello, clavicembalo, pianoforte, mellotron, bongos e percussioni varie. Baird canta e suona: liuto, glockenspiel, cittern, dulcimer, chitarra a dodici corde e percussioni.

Stile musicale 

Lo stile della loro musica è difficile da classificare. La maggior
parte dei brani è stato scritto da loro, ma fortemente influenzati,
nella forma e nella struttura, dalla musica Rinascimentale (pavana, gagliarde e madrigale).
Terry Wincott lo ha descritto come “musica acustica pseudo
Elisabettiano/classica, suonata con accenti britannici”. Eddie Baird
invece ha detto: “Alcuni ci chiedevano: come descrivereste la vostra
musica? Beh, non chiedetecelo, non ne abbiamo idea.”

Gli strumenti

Gli Amazing Blondel utilizzarono un gran numero di strumenti, (veda
sopra) ma fondamentali per il loro sound erano il liuto e i flauti.
Quando si esibivano in tourneé, il liuto risultò essere uno strumento
piuttosto difficile da usare sul palcoscenico, in termini di
amplificazione ed accordatura. Così nel 1971
commissionarono la costruzione di due chitarre a sette corde, che
potevano essere suonate con l’accordatura dei liuti. Il disegno e la
costruzione di questi strumenti furono realizzati da David Rubio che
fabbricava chitarre classiche, liuti e altri strumenti per musicisti
classici, come Julian Bream e John Williams.
Lo strumento di Gladwin fu progettato per avere un suono leggermente
più basso, per essere usato come strumento di accompagnamento, mentre
quello di Baird fu realizzato ponendo maggior enfasi sui suoni alti,
come strumento predominante. L’uso dei due strumenti ebbe un grande
successo, sia come solisti che in duo. Le chitarre furono provviste di
microfoni interni per semplificarne l’amplificazione.

AMAZING BLONDEL existed throughout the early seventies. Originally
formed by John David GLADWIN, Terry WINCOTT and Eddie BAIRD after
leaving another even more obscure band called METHUSELAH. For these
three, the band was essentially a three piece singing and playing
krumhorns, recorders, lute, theorbo, guitars, dulcimers, flute, piano,
harpsichord, mellotron, organ, tabor, cittern tubular, bells,
glockenspiel and percussion. English mostly acoustic 1969-76. Middle-age
renaissance guitar, organ and other instruments, multipart harmony
vocals, etc., bordering on the prog movement in England at the time. The
musicians had earlier played rock and thus the music cannot be termed
classical either. Among lots of famous guest musicians can be named Boz
BURRELL, Eddie JOBSON, Steve WINWOOD and Mel COLLINS.


“The
Amazing Bondel” was a collection of soft acoustic rock numbers that
included one medieval-styled song that seemed to go over better than
anything else, and that was the direction they aimed for in their future
releases. “Evensong” is a folk album that harked back to the Middle
Ages and the Renaissance. Madrigals and ballads performed on period
instruments became their specialty and the trio’s creative ideas led to
the concept album “Fantasia Lindum”, which belongs more to
progressive-rock than to folk-rock. “England” used the same technique to
craft elegant, lushly-arranged pop songs. GLADWIN left and the
surviving duo veered towards STEELEYE SPAN’s hard-folk with “Blondel”,
entirely composed by BAIRD, “Mulgrave Street”, “Inspiration”, “Bad
Dreams”. The band reunited 21 years later for “Restoration” (1997), an
album which harkens back to their halcon days.


Their third and
fourth albums “Fantasia Lindum” and “England” represent the most
musically sophisticated of the material, which any progressive fan
without an aversion to folk music should have no trouble enjoying. Most
fans of early GRYPHON, FAIRPORT, and other British folk rock will be
delighted
with this band.

Amazing Blondel: uno dei segreti di cui l’Inghilterra è più gelosa

Alla fine degli Anni Sessanta, John Gladwin e Terry Wincott
suonavano nei Methuselah, complesso ‘hard’ che aveva firmato per
l’etichetta Elektra Records con sede a New York. La Elektra si proponeva
di sfruttare la “British invasion” che stava avvenendo in America e
aveva fatto firmare ai Methuselah un contratto ricco di promesse.
Gladwin e Wincott erano chitarristi acustici; stanchi di appurare come i
loro strumenti venivano coperti dal tappeto elettrico della band (che,
sia detto di passaggio, realizzò solo un album sui tre previsti),
decisero di andare nella direzione esattamente opposta, fondando un
proprio progetto: gli Amazing Blondel.

 Si
tratta dell’avventura forse più atipica dell’intero panorama
progressivo. Il folk degli Amazing era basato su atmosfere medievali,
più tardi ammantate di un più contemporaneo soft-rock. Dunque: musica progressive o… “regressiva”?
Fatto sta che, dopo l’LP d’esordio – l’omonimo Amazing Blondel, 1970 -, realizzato come trio (a Gladwin e Wincott si era unito Edward Baird, anche lui di Scunthorpe, Lincolnshire), la Island segnalò un forte interesse. Uscirono così uno dopo l’altro Evensong (1970), Fantasia Lindum (1971) e England
(1972). I tre musicisti avevano iniziato esibendosi davanti a sparuti
gruppi di studenti, ma ora erano richiestissimi in tutta Europa (furono
più volte in Italia, dove ebbero il seguito forse più folto in
assoluto).
Indimenticabili gli shows dal vivo degli Amazing Blondel
(questo era il nome del menestrello preferito di Riccardo
Cuor-di-leone). Tre soli uomini e un palcoscenico pieno di strumenti –
una quarantina in tutto -: liuti, corni, ocarine, strani tipi di
cornamuse e quant’altro. La delusione di chi, ignaro, era venuto per
assistere a un concerto rock, durava poco. Sorprendeva la perfetta
armonia tra questi multistrumentisti, che – era evidente – credevano per
davvero in quel che facevano: cantare i pregi della “Golden Age” e
l’idillio del Lincolnshire. Nessuno di loro si ritenne mai un virtuoso
suonatore, ma la loro abilità a passare indifferentemente dalle
percussioni agli strumenti a corda o a fiato continua a stupire ancora
oggi.
I testi non sono il massimo della profondità intellettuale. Ma
del resto, come altro si può rendere il “clima” medievale se non
scegliendo i temi dell’amore per una donzella e per la natura tanto cari
ai menestrelli e ai cantori vaganti delle età medievale ed
elisabettiana? Nel prog si sono sentite cose più astruse e più banali
(vedi i testi degli Yes).

My Lordes, Ladyes and Gentlemenne…

La discografia essenziale degli Amazing Blondel è tutta concentrata tra il 1970 e il ’73. Pure a distanza di tre decenni, Blondel (1973) rimane il mio disco favorito. Conosciuto anche come “The Purple Album” per il colore della copertina, Blondel
vede il trio ridotto ai soli Eddi Baird e Terry Wincott, ma
accompagnati dagli amici Steve Winwood (allora dei Traffic) al basso,
Simon Kirke alle percussioni e Adrian Hopkins all’harpsichord. Con
questo album (per l’etichetta Edsel/Island), gli Amazing abbandonarono
in parte le atmosfere del Medio Evo per dedicarsi a un pop-folk
pastorale. Non voglio sembrare dissacrante, ma “Easy Come, Easy Go” – la
4a traccia – ricorda i primi Pooh… Le dieci canzoni, tutte scritte da
Baird e che viene spontaneo definire “bucoliche”, si avvalgono di
qualche arrangiamento orchestrale (per volere anche della casa
discografica).
Molti fans si ritennero shockati dalla nuova
direzione imboccata dagli Amazing. Ai fedelissimi della prima ora pesava
soprattutto l’assenza di Gladwin; tuttavia, il risultato è ammirevole,
grazie al valore delle composizioni (a Baird era servita l’esperienza
accumulata fino a quel momento, esperienza sfociata appunto nelle
melodie incomparabili di Blondel) e all’uso dei vocals
(Sue Glover, Paul Rodgers, Sunny Leslie e gli stessi Baird e Wincott),
soprattutto quando si trattava di evocare scene di mercato di piazza.

Insieme a questo disco, bisogna procurarsi Englishe Musicke,
la compilation del 1993 che raccoglie materiale del periodo 1970-72,
comprendente la celebre suite di oltre 20 minuti “Fantasia Lindum”.  
  
A cominciare da Mulgrave Street
(con accompagnatori che provengono dal mondo del rock: Mick Ralphs,
Paul Rogers e, di nuovo, Steve Winwood), il suono diventa più moderno,
per certi versi simile a quello degli Steeleye Span. Il successo di
opere come England (che entrò addirittura nelle classifiche
americane) non sarà più replicato, ma, tra varie vicissitudini, che
registrano tra l’altro il ritorno di John Gladwin nel 1997 (Restoration), gli Amazing Blondel rimasero attivi fin quasi ai nostri giorni, arrivando persino a registrare nel ’77 un album live in Giappone.

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Genere Rock internazionale

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