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JOLANDA DE ALMAVIVA N.36 FUGA NELLA NOTTE milo manara 1972 edizioni RG

19,90

1 in stock

Description

ALBO ORIGINALE  DEL 1972 , EDIZIONI ERREGI / ELVIPRESS, ART BY MILO MANARA.

L’ ACCANITO VORTICE REVISIONISTA ED IL FURORE ICONOCLASTA CONCLAMATO DEL FUMETTO EROTICO NON RISPARMIARONO MAI NULLA E NESSUNO: LE STORIE
SALGARIANE DI PIRATI E ARREMBAGGI CON LOCATION ESOTICHE, IMPROBABILI ED IMMAGINARIE TROVARONO ADDIRITTURA UN INTERPRETE D’ ECCEZIONE NELL ‘
ANCORA PRECOCE MAURILIO MANARA IN ARTE MILO, CHE DISEGNO’ BUONA PARTE DEI NUMERI DELLA INCANTEVOLE, SPREGIUDICATA E SPIETATA JOLANDA DE ALMAVIVA , LA SUBLIME DIGNITARIA FREGATA AI PIEDI DELL’ ALTARE E DIVENTATA BUCCANIERA PER AMORE

 

 

CONDIZIONI: QUASI OTTIME, PICCOLA LACERAZIONE VERTICALE RICOMPOSTA NELL’ ANGOLO TRA LA COPERTINA FRONTALE E L’ ESTREMITA’ COSTALE INFERIORE, ALBO NON DI RESA E NON RIFILATO

 

Nell’ottobre 1970 arriva in edicola l’ennesimo pocket erotico, Jolanda de Almaviva, edito da Erregi. La copertina è affidata allo Studio Rosi. Ideatore della serie è il vulcanico Renzo Barbieri, le sceneggiature sono di Roberto Renzi (gli ultimi albi vedono le storie scritte dal duo Gaburro-Gramegna).
A disegnare il fumetto fino al numero 13 è Armando Bonato, poi gli subentra Milo Manara che porta la serie al numero 61: siamo nel dicembre del 1973 e il disegnatore veronese passa sulle pagine del Corriere dei Ragazzi. Per amor di precisione, ricordiamo che a continuare Jolanda de Almaviva sarà, successivamente, lo spagnolo Luis Roca, fino all’ultimo numero, il 69 datato agosto 1975.
Si tratta delle avventure di cappa e spada della contessa Jolanda de Almaviva: storie di mare tra Salgari e l’eros, dove la bella Jolanda  è promessa sposa al governatore di Maracaybo. Ma viene rapita dai pirati. Si innamorerà del luogotenente Jean Lafayette e con lui combatterà i conquistadores spagnoli.
Milo Manara, aveva esordito da poco nel fumetto con Genius, quando gli è stata affidata Jolanda de Almaviva, una serie uscita da poco e che non sembrava andare molto bene.
Erano i primi anni Settanta, si respirava aria di cambiamenti sociali.
Si discuteva e ci si allenava al “sesso libero”. In quel tempo un
fumetto con donnine nude poteva davvero scandalizzare sia i benpensanti che i “progressisti”, sia i cattolici che le femministe (che vedevano in quelle pagine una strumentalizzazione della donna). Erano altri tempi, indubbiamente, e si “sentono” in queste tavole: nelle sembianze dell’attrice Senta Berger alla quale il disegnatore si è ispirato per tracciare il volto di Jolanda,
nei vari altri divi cinematografici i cui tratti somatici si ritrovano
nei personaggi disegnati, da Alain Delon a Brigitte Bardot. E si
scorgono i segni dell’epoca: un po’ di Guido Crepax, un po’ di Guy Peellaert (quello di Pravda), e Jean-Claude Forest e la sua Barbarella.
Si vede anche il segno del Milo Manara attuale in questo lavoro degli esordi. Jolanda de Almaviva è una sorta di fumetto-palestra, dove l’autore impara a tracciare “quelle” curve, a definire “quelle” espressioni che lo renderanno, di lì a pochi anni, maestro acclamato in un genere difficile, quello erotico.
Una maturazione espressiva tra sbalzi stilistici e salti di qualità
dovuti anche alla gran mole di tavole da produrre. E ancora si nota come l’autore prediliga di gran lunga le situazioni erotiche, il tracciare corpi nudi, mentre fatica sulle scene di violenza, un obbligo narrativo che pare inutile in un fumetto erotico.

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