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giorgio scerbanenco LUPA IN CONVENTO Ia prima edizione Theoria 1984 riflessi 13

29,90

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Descrizione

RARA PRIMA EDIZIONE DI UN MAGISTRALE RACCONTO BREVE DI SCERBANENCO, SCRITTO AI TEMPI DELL’ ESILIO SVIZZERO E RIMASTO INEDITO E CHIUSO IN UN CASSETTO FINO A DOPO LA MORTE DELLO SCRITTORE.
IL GENERE NON E’ IL SOLITO SOCIAL-NOIR DELL’ EPOCA DI GIANNI MINA’, MA NARRA SOFFUSAMENTE E CRUDELMENTE LA TRAGICA RITIRATA DI UN DRAPPELLO DI PARTIGIANI CHE SI RIFUGIA IN UN CONVENTO DI SUORE SULLE ALPI LOMBARDE. LUPA E’ LA MASCOTTE EROTICA AL SEGUITO DELLO SBANDATO E DERELITTO PLOTONE ORMAI RIDOTTO A DISPERATO MANIPOLO.  

GIORGIO SCERBANENCO
LUPA IN CONVENTO

edizioni Theoria, Riflessi 13,  brossurato tascabile, prima edizione, novembre 1984, 64 pagine, presentazione di Oreste Del Buono, CONDIZIONI OTTIME.

Lupa in convento non è un noir. Perché ne
parliamo, allora? Perché è un caso isolato nella produzione di
Scerbanenco e perché si tratta di un racconto (una quaraantina pagine in tutto) di
una potenza incredibile. Una novella dura che si snoda in un climax di
violenza e di dolore senza precedenti e che prende letteralmente a pugni
il lettore.

Siamo nel 1944. Un drappello di
partigiani si rifugia in un convento di monache di clausura. Tra i
partigiani c’è Lupa, nome in codice di una donna, che versa in
condizioni disperate. I partigiani requisiscono beni materiali,
vettovagli e preziosi appartenenti al convento. Chi è Lupa? E’ una donna
partigiana, ferita dallo scoppio della bomba ma anche un simbolo. Il
simbolo di chi subisce la guerra senza capirne le ragioni. Infatti lupa
non morirà in seguito alle ferite riportate bensì a causa delle
innumerevoli violenze sessuali alle quali la sottopongono i soldati del
suo stesso drappello. Perché? Facile, Lupa è una prostituta, sorpresa da
un bombardamento mentre faceva la vita e finita in mano a quei
partigiani senza scrupoli.

Lupa in convento è un racconto di
guerriglia, scritto da uno Scerbanenco riparato in Svizzera per sfuggire
alla furia nazi-fascista e irrimediabilmente segnato dalla devastazione
che la guerra aveva portato con sé. E’ un racconto triste, che narra le
vicende di persone che si trovano di fronte a un destino che non
possono capire o immaginare e che vivono e muoiono senza un perché,
poiché è la stessa guerra a non possederne uno.

Non sarà un noir ma “Lupa in convento”
colpisce il lettore con la stessa potenza dei più quotati polizieschi di
Scerbanenco. Capacità che ha reso lo scrittore unico nel suo genere,
anche quando non scrive dei noir.

Perchè leggerlo: Perché è Scerbanenco allo stato puro

Perchè non leggerlo: Non è un noir

Cosa impari dopo averlo letto: Che quaranta pagine bastano per schiaffeggiare il lettore


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