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cinevita 21 PAURA D' AMARE camilla horn carlo minello

29,50

Esaurito

Descrizione

COLLANA CINEVITA ALBI FILM


PAURA D’ AMARE

fear of loving



FOTOROMANZO CON RIDUZIONE E ADATTAMENTO DALLA OMONIMA PELLICOLA CINEMATOGRAFICA, PRODUZIONE MINERVA FILM / ANDROS-VITA FILM , 1942

INTERPRETI :  CAMILLA HÖRN, CARLO MINELLO, NINO MARCHESINI, LUIS HURTADO, ANNA MARESTI, GIOIA COLELLI 
REGIA : GAETANO AMATA



IN SECONDA DI COPERTINA : L’ AMORE NON TORNA – romanzo di Elisa Trapani

IN TERZA DI COPERTINA : 4 chiacchiere su VALENTINA CORTESE


IN QUARTA DI COPERTINA :STELLETTE – novella di Roberto Renzi



Altra sfarzosa ed inutile produzione italo-germanica, in cui il ruolo della bella e sensuale protagonista è affidato ancora una volta per decreto della cancelleria del  Reich alla bionda edelweiss ariana Camilla Horn, mentre le parti di comprimari e di controfigure sono tutte assegnati alle maestranze italiche, inclusi i ruoli di serve, sguattere,  rammendatrici, pedicure e calliste. Negli anni a seguire, si tenteranno invano ripetuti e disperati remake di questa cruciale pellicola, ma in nessun caso, nemmeno col suggello della magistrale interpretazione di Al Pacino, si eguaglieranno i vertici di mediocre melensaggine, di sconfortante banalità e di intollerabile scempio che è riuscito ad ottenere questo scadente e sgradevole film.


TRAMA IN BREVE :Una cantante trova ospitalità nella casa di un conte. L’aristocratico
viene ucciso in duello, ma la donna rimane a palazzo a vegliare
sull’educazione del giovane figlio del defunto. Questi un giorno si
innamora di lei. A questo punto la donna capisce di non poter più
rimanere e torna, triste ma fiera, al suo vecchio mondo, il music-hall.

Antonio Pietrangeli in Si gira del 1º marzo 1942
” ..Non vogliamo con questo dire che Paura d’amare, sia un bel film,
anzi Amata non ce ne vorrà se diremo chiaramente che il film nel
complesso è brutto. Ma era doveroso da parte nostra riconoscere le
innegabili qualità di un esordiente”.

SYNOPSIS : Una allegra ballerina ferisce per sventatezza eccessiva un conte che,
generosamente, le offre la propria villa come rifugio contro la polizia.
Per i figli del conte essa diviene la sobria e affettuosa zia Barbara.
Il conte muore in un duello per lei e il figlio si innamora della
canzonettista, senza riconoscere in questa la zia Barbara, né immaginare
che la sua situazione economica è salvata dalle di lei ignorate riprese
teatrali. La donna, che ama anch’essa il giovane, tronca il romanzo e
l’equivoco ritornando definitivamente al teatro.



 
COLLANA CINEVITA – CINEFOTOROMANZO COMPLETO, ANNO VI N.21 anno VII, 22 GIUGNO 1942 – XX,
EDIZIONI EDITAL MILANO, SPILLATO, 12 PAGINE,
FORMATO ORIZZONTALE cm. 30,5×21,7, STAMPA INTERNA IN COLOR SEPPIA,   CONDIZIONI OTTIME

Camilla Horn und Phyllis Haver


an Bord der S.S. Hamburg,
um 1928

Camilla Horn

wurde
am 25. April 1903 in Frankfurt am Main geboren. Nach einer
Schneiderlehre arbeitete sie als Akkordn�herin und Kinderm�dchen, nahm
Schauspiel- und Tanzunterricht, tingelte �ber Berliner Kleinkunstb�hnen
und wurde Komparsin.
In Murnaus ‘Tart�ff’ 1925 / 26 doublete Camilla
Horn die Beine der Hauptdarstellerin: Lil Dagover. “Nicht etwa, weil
Frau Dagovers Beine nicht sch�n genug gewesen seien – im Gegenteil,
sondern weil sie schlichtweg zum Nachdrehtermin nicht im Studio war,
bekam ich die Chance ihre Beine zu doubeln. “Murnau hat die anwesenden
Komparsinnen gefragt, wer das f�r f�nfzig Mark machen w�rde – und hat
dann seinen Spa� daran gehabt, da� mir Lil Dagovers Schuhe zu klein
waren und f�rchterlich dr�ckten: ‘Na, geht`s noch Fr�ulein Horn?’.”
Doch
schon im n�chsten Murnau Film in ‘Faust’ 1926 war sie Gretchen, die
Hauptdarstellerin neben Weltstar Emil Jannings. Und mit diesem Film
wiederum wurde Camilla Horn so bekannt, da� sie nach Hollywood engagiert
wurde. Dort spielte sie in sieben Filmen und wenig gretchenhaft,
n�mlich als Vamp.
Zur�ck in Deutschland wirkte Camilla Horn in etwa siebzig Filmen mit.

Im Alter von 93 Jahren, starb Camilla Horn im bayrischen Gilching bei Starnberg.

Die Filme des Horns Camilla

Faust
(1926), Herr Tartuff (1926), der Tempest (1928), W�rfel Konigsloge (der
k�nigliche Kasten) (1929), ewige Love (1929), Hans in Allen Gassen
(1930), W�rfel GroBe Sehnsucht (1930), W�rfel Funf verfluchten Gentlemen
(1931), die R�ckkehr von Raffles (1932), Matinee Idol (1933), die Liebe
Nest (1933), Pelzdich Ein Walzer (1934), das Gl�ck eines Seemanns
(Schmuggelware) (1934), Der Letzte Walzer ( letzte Waltz (1934),
sehnemichnachdir Ich (1934), sterben auswendigen Reiter (1935), WeiBe
Sklaven (1936), Fahrendes Volk (1938), Polterabend (1940), Vertigine
(1941), d’amare Paura (1941), Friedemann Bach (1941), Angelo Del
Crepuscolo (1942), gebrochene Love (1946), wird Majora ( 1949), der
Arena (1952 ) Gesucht Konigin, Macht Dummheiten ( 1953), Rebus Vati (EL
Crimen tambien juega ) (1968), weintdennschon im Freudenhaus Wer?
(1970), Der Unsichtbare (1987), SchloB Konigswald (1988).

Camilla
Horn

Picture Camilla Horn

1903
– 1996

.

.

The actress Camilla Horn made an education as a dressmaker and practised
in Erfurt. Beside it she took dance lessons and had first entrances at
cabarets. 

Together with Marlene Dietrich she worked
as an extra and appeared in “Tartüff” (25). 

She made her great breakthrough one year later. The famous US actress
Lillian Gish called off for the part of Gretchen for the movie “Faust”
(26) and Friedrich Wilhelm Murnau engaged the unknown Camilla Horn. She
pointed out as the ideal cast and the movie raised her to the state of
a star.

After this huge success she signed a four-year contract with the Ufa
and acted in “Jugendrausch” (27) and “Der fröhliche Weinberg” (27).

When she was engaged by United Artists, she went to the USA soon after
where she shot two movies – “Tempest – Wetterleuchten” (28) at John Barrymore’s
side and “Eternal Love – Der König der Bernina” (29) directed by Ernst
Lubitsch.

She continued in the sound film to play in different countries and she
appeared besides Germany also in England and France. To her most popular
movies of the 30’s belong “Die grosse Sehnsucht” (30), “Hans in allen Gassen”
(30), “Moral und Liebe” (33), “Die grosse Chance” (34), “Der letzte Walzer”
(34), Der rote Reiter” (35), “Gauner im Frack” (37), “Fahrendes Volk” (39)
and “Roman eines Arztes” (39).

During the years of war she got more and more only minor parts or she
acted in Italian productions. In this time you could see her in the movies
“Die keusche Geliebte” (40), “Friedemann Bach” (41), “Paura d’amare” (42),
“Seine beste Rolle” (43) and “Intimitäten” (44).

The German movie of the post-war time passed the formal star over and
offered her roles only rarely. She appeared among others in “Königin
der Arena” (52), “Vati macht Dummheiten” (53), “Die Erbin” (58) and “Heisses
Spiel für harte Männer” (68).

Only in the 80’s they thought better of the acting abilities of Camilla
Horn and she got offers for the movies “Frankies Braut” (82), “Schloss
Königswald” (87) – a Hommage to former film stars of that time which
comprised Marianne Hoppe, Carola Höhn, Marika Rökk and Rose Renée
Roth at Camilla Horn’s side, “Der Unsichtbare” (87) and finally the serial
“Das Nest” (88).

Camilla Horn

Between April 1972 and February 1973 a song was written about her by the
then-unsigned Bruce Springsteen. This still-unreleased song surfaced in
the 1990s on a bootleg titled ‘Early Years’.

CAMILLA HORN 

Camilla Horne, she was born a long, long time ago
She came from Germany to the U.S.A.
And was acclaimed as the next Garbo
They came to her on their knees, to bless them, caress them
And tell them what they need
But oh, oh, she did not know
And so she took her place at the bar
Just another fallen star

File:Camilla Horn.jpg

Carlo Minello

Di nobili natali, frequenta il liceo artistico di Firenze, la facoltà di
architettura e le scuole di recitazione e scenografia della capitale
toscana, debuttando da attore e scenografo insieme nella Compagnia del
Gruppo Universitario Fascista
Fiorentino. Biondo, occhi azzurri, fisico da aitante attor giovane,
sguardo ammiccante, recitazione sobria e controllata, ha tutte le carte
in regola per diventare uno degli attori più sensibili del teatro e del
cinema italiano, anche se in questo settore non è aiutato da una
fotogenia esaltante. In teatro trova invece ottime occasioni, a
cominciare dal ruolo che il regista Fulchignoni gli offre in un grosso
successo dell’epoca, Piccola città (1938) di Thornton Wilder; nello stesso anno recita in Come vi piace messo in scena da Jacques Copeau al giardino di Boboli. Segue, l’anno successivo, La strega di Lasca e, durante l’estate veneziana, la rappresentazione del Campiello goldoniano diretto da Renato Simoni. Nel 1939 è l’attor giovane della Compagnia del Teatro Eliseo accanto alla Pagnani, la Morelli, Cervi e Stoppa facendosi apprezzare soprattutto ne I giorni felici di Puget e in Fascino (The Shining Hour) dal testo di Keith Winter per la regia di Sharoff.

L’approccio al cinema avviene grazie a Poggioli che lo sceglie per impersonare uno dei giovani scapestrati studenti universitari nello struggente Addio giovinezza! (1940), cui seguono altri ruoli di non eccessivo impegno fino al ruolo da protagonista in Paura d’amare (1942), dove non sfigura accanto alla diva teutonica Camilla Horn.
Dopo qualche altra interpetazione di poco conto e per il precipitare
degli eventi bellici, Minello si allontana da ogni attività, anche se
nel 1944 recita ancora in formazioni teatrali accanto alla Zoppelli e
Donadio. Sposato con Maria Pia Arcangelli, anch’essa attrice di prosa e radiofonica di buona tempra da caratterista.

Filmografia : 1940: Addio giovinezza! di F.M. Poggioli; 1941: L’ultimo ballo di C. Mastrocinque; Se non son matti non li vogliamo di E. Pratelli; 1942: Violette nei capelli di C.L. Bragaglia; Paura d’amare di G. Amata; I tre aquilotti di M. Mattòli; Redenzione di M. Albani; 1943: La zia di Carlo di A. Guarini; La danza del fuoco di G.C. Simonelli; 1944: Aeroporto di P. Costa.

con Leonardo Cortese e Alberto Sordi in “I tre aquilotti” (1942)


Carlo Minello, all’anagrafe Carlo Minellono dei S. Martino d’Arundello (Pisa, 9 febbraio 1918Milano, 1947), è stato un attore italiano, attivo nel cinema negli anni quaranta. È il padre del paroliere Cristiano Minellono. Morì in giovanissima età quando il figlio aveva appena un anno.

Biografia

Dopo gli studi classici frequenta la facoltà di Architettura di
Firenze, contemporaneamente agli studi di recitazione e scenografia, per
debuttare come attor giovane nella compagnia del GUF.

Recita sotto la direzione di Fulchignoni e Simoni, in vari drammi
teatrali, sino all’ingresso nella Compagnia del Teatro Eliseo di Roma
accanto a Paolo Stoppa, Rina Morelli, Andreina Pagnani e Gino Cervi.

Nel 1940,
notato da Poggioli, debutta nel cinema in Addio giovinezza!, per
lavorare successivamente in 10 pellicole, senza mai trascurare il
teatro, nel 1944 è nella compagnia di Lia Zoppelli, in quello stesso periodo sposa la sua compagna di lavoro, l’attrice e cantante Maria Pia Arcangeli.

Muore ancora giovane a Milano nel 1947.

Valentina Cortese

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/9/9a/Ragazza1963Bava-Cortese.png


Valentina Cortese in una scena de La ragazza che sapeva troppo, regia di Mario Bava (1963).


Valentina Cortese
(Milano, 1º gennaio 1925) è un’attrice teatrale e attrice cinematografica italiana

Insieme ad Alida Valli è stata la regina del cinema dei telefoni bianchi e una delle più grandi attrici del panorama teatrale e cinematografico europeo. Il suo primo film s’intitola Orizzonte dipinto (1940); il primo ruolo importante fu quello di Lisabetta nel film La cena delle beffe (1941) di Alessandro Blasetti.

Dopo film come La regina di Navarra (1942), Orizzonte di sangue (1943) e Quartetto pazzo, diviene una grande diva e partecipa a film come I miserabili (1947) in cui compare un giovane Marcello Mastroianni. Insieme lavoreranno anche in Lulù (1953) e Le notti bianche (1957).

A Hollywood

Nel 1948 è sotto contratto con la 20th Century Fox. Lavora con James Stewart in Malesia (1949).

Lavora nel film La contessa scalza (1954) accanto ad Ava Gardner, Humphrey Bogart e Rossano Brazzi, in Italia con Michelangelo Antonioni in Le amiche (1955) con il quale vince il Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista e con Berlanga in Calabuig (1957).

Nel 1958 si ritira in seguito a un matrimonio sfortunato con Richard Basehart che aveva sposato il 24 marzo 1951, da cui divorzia nel 1960. Dal matrimonio è nato Jackie, anche lui attore.

Torna alla ribalta con il film Barabba (1961) accanto a Anthony Quinn, Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Ernest Borgnine. Lavora con Jules Dassin in Thieves’ Highway.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/50/Cenadellebeffe-1941-Cortese.png


Cortese nel film La cena delle beffe (1941)

È diretta da Fellini in Giulietta degli spiriti (1964) e duetta con Ingrid Bergman in La vendetta della signora (1964). In America partecipa al film Quando muore una stella (1968) con Kim Novak e Peter Finch.

Dopo alcune partecipazioni televisive (I Buddenbrook, dove fu diretta da Edmo Fenoglio), l’incontro con Giorgio Strehler ed il teatro mettono in mostra le sue qualità di attrice drammatica; nel 1973 lavora con Truffaut in Effetto notte, con cui ottiene la nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista. La vincitrice di quell’anno, Ingrid Bergman, alla consegna del premio, si scusò pubblicamente con la Cortese, affermando che secondo il suo parere doveva vincerlo lei.

Indimenticabile il sodalizio con Franco Zeffirelli nei film Fratello sole, sorella luna (1971), Gesù di Nazareth (1976), Jane Eyre (1995), e Callas forever (2002).

L’ultimo film americano risale al 1980, s’intitola Ormai non c’è più scampo dove lavora con William Holden, Jacqueline Bisset e Paul Newman.

Nel 1987 partecipò al film di Carlo Vanzina Via Montenapoleone.

Valentina Cortese, storia di un Oscar mancato

Valentina Cortese in un’immagine d’epoca. L’attrice è nata a Milano nel 1923.

Valentina Cortese e l’Oscar che non arrivò mai. E’ il 1975, a Los Angeles va in scena la 47esima edizione degli Academy Awards.

Peter Falk e Katherine Ross premiano la migliore attrice non protagonista. Cinque candidate: Diane Ladd (Alice non abita più qui), Ingrid Bergman (Assassinio sull’Orient Express), Madeline Kahn (Mezzogiorno e mezzo di fuoco), Talia Shire (Il Padrino – Parte II). E Cortese, nominata per Effetto Notte di François Truffaut. Vince a sorpresa Ingrid Bergman.
La diva svedese sale sul palco, riceve la statuetta d’oro. Inizia il
suo discorso e con poche parole stupisce il pubblico: «Ringrazio la
giuria, ma questo Oscar l’avrebbe meritato Valentina Cortese». Poi manda
un bacio all’attrice italiana, seduta in platea. Lei ricambia e
sorride. Applaude con dolcezza, rende omaggio alla collega.

Quel premio sarebbe stato la sua definitiva consacrazione. Un’interpretazione magistrale in Effetto Notte,
consenso unanime di critica e spettatori. Il ruolo di Séverine sembra
cucito su misura. Arriva un Bafta Award nel 1974. L’Academy, invece,
temporeggia: la pellicola si aggiudica l’Oscar come miglior film
straniero, ma Cortese viene ignorata. Sarà candidata l’anno
successivo.«Una scelta abbastanza incomprensibile», afferma dal palco
Ingrid Bergman. Prima di scendere, si rivolge ancora all’amica:
«Perdonami, Valentina». Corre al suo posto, quasi scusandosi.

Cortese ha ricordato di recente quell’avventura americana. «È stato
un attestato di stima straordinario», ha dichiarato l’attrice milanese
in un’intervista. Sorridente e discreta, proprio come quella notte di 34
anni fa.

Valentina Cortese

valentina cortese : attrice

Debutta a 17 anni nel cinema e interpreta
numerosi film, mettendo in evidenza le sue doti di interprete sensibile e
di rara intelligenza. Nei quadri di una inchiesta del settimanale
“Platee”, nel ’46, Grassi e Strehler la indicano come l’attrice del momento per la sua interpretazione di Amarsi male di Mauriac (regia Orazio Costa)
portata a Milano dalla Compagnia Pagnani-Ninchi-Brazzi. Per un momento
la Cortese sembra allontanarsi dal teatro, rapita dal cinema americano: è
il ’49, ha girato I corsari della strada con Dassin e Ho paura di lui di R. Wise. Dopo qualche anno torna in Italia e vince la Grolla d’oro a Saint Vincent per la sua interpretazione in Le amiche di Antonioni, tratto da un racconto di Pavese (1956). Stabilitasi definitivamente in Italia, si lega a Giorgio Strehler e al Piccolo in un rapporto privilegiato che sfocia in una serie di interpretazioni di altissimo livello: è Sonia in Platonov di Cecov accanto a Sarah Ferrati, Tino Buazzelli e Tino Carraro (1959), passa a L’eredità del Felìs di Illica accanto a un grande Piero Mazzarella; nel giugno del ’63 è la voce recitante di Pierino e il lupo,
ridotto da Strehler per il teatro alla Scala (direttore Nino Sanzogno,
pianista Van Cliburn) e nel luglio è Beatrice nella nuova edizione
dell’Arlecchino a Villa Litta ad Affori.

Valentina Cortese
Valentina Cortese in Magnificat

La sua recitazione si fa robusta e fortemente drammatica per la regina Margherita nel Il gioco dei potenti (trilogia dell’Enrico VI di Strehler
da Shakspeare). Sono di questi anni le interpretazioni più mature che
fissano la sua cifra recitativa personalissima dove il personaggio nel
quale si cala corpo e anima è sempre controllato e restituito anche nei
suoi risvolti critici: dalla Ilse de I giganti della montagna nella memorabile edizione del ’66 portata dal Piccolo in tournée in Italia e all’estero a Santa Giovanna dei Macelli di Brecht (1970), alla straordinaria Lulu di Wedekind diretta da Chéreau (1971) e dal ’74 al ’77 alla personale zingaresca Rawneskaja de Il giardino dei ciliegi di Cecov. Fuori dal Piccolo è l’Anna vivace, leziosa e spettrale di Old Times (con Adriana Asti e Umberto Orsini, regia Visconti, nel 1973) e la Maria Stuarda del dramma omonimo di Schiller diretto da Franco Zeffirelli, (con Rossella Falk nel ruolo di Elisabetta).

Valentina Cortese
Valentina Cortese in Giardino dei ciliegi

Dei numerosissimi film basterà ricordare Giulietta degli spiriti di Fellini, Fratello sole e sorella Luna e Gesù di Zeffirelli, L’assassinio di Trotskij di Losey (con Richard Burton e Alain Delon) ed Effetto notte di
Truffaut per il quale riceve la nomination per l’Oscar. Numerosi e
indimenticabili i suoi Recital di poesie e musica (si ricordano Magnificat di Alda Merini (accompagnata dal M° Roberto Gini), L’Amore di Giovanni Testori, Dal lager di Miklòs Radnoti, Paolo e Francesca di Dante Alighieri, e Prevert, D’Annunzio, Lorca, Neruda, Merini, Cecov, tutti diretti da Fabio Battistini) e Bylitise con Carla Fracci diretta da Beppe Menegatti.

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DIMENSIONE OTTIMALE DI REALTA’ ATTRAVERSO LA SCELTA E IL SUGGERIMENTO
DEGLI AGGETTIVI PIU’ GIUSTI, CONSONI ED APPROPRIATI . GARIBALDI E CAVOUR
HANNO FATTO L’ ITALIA, POI ALBERTO MANZI E GIANNI IPPOLITI HANNO FATTO
GLI ITALIANI INSEGNANDO LORO CON PAZIENZA A LEGGERE, SCRIVERE E FARE DI
CONTO, ADESSO CHE LA NOSTRA NAZIONE  E’ ORMAI (QUASI) DEL TUTTO
ALFABETIZZATA,
AGGETTIVIZZIAMOLA !!!


I
TEMPI IN CUI VIVIAMO SONO SEMPRE PIU’ DURI, E ANCHE SOPRAVVIVERE SU
EBAY STA DIVENTANDO OGNI GIORNO PIU’ DIFFICILE.  SE VOLETE CONTINUARE A
DELIZIARVI O INFURIARVI LEGGENDO E USUFRUENDO DELLE NOSTRE ATIPICHE ED
INCONVENZIONALI INSERZIONI, VISTO CHE NON COMPRATE MAI NULLA, AIUTATECI
ALMENO CON IL VOSTRO APPOGGIO E IL VOSTRO SOSTEGNO, PER UNA VOLTA
TANGIBILE E COMMENSURABILE. ACCETTIAMO OGNI FORMA DI CONTRIBUTO E
SOVVENZIONE, AL LIMITE ANCHE DANARO, MA VANNO BENE PURE PROSCIUTTI,
FORMAGGI, SIGARETTE, BUONI PASTO, BIGLIETTI DEL TRAM,  LIQUORI ,
POLLAME E ORTAGGI.






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