Descrizione
bat star (brick bradford) 53
ALBI DELL’ AVVENTUROSO N.105
Edizioni Fratelli Spada , 3 gennaio 1965, albo spillato, a colori e in bianco e nero, 32 pagine + copertina, formato cm. 15,1 x 21,2
Gloriosa testata alternata escogitata dagli aguzzi ed imperituri Fratelli Spada, una pubblicazione cuspide e bipartisan, doppiamente reversibile e sempre con i piedi in due scarpe, dalla duplice personalità e dai tratti schizofrenici, ma rigorosamente all’ insegna del principio del tertium non datur, come a puntare colore alla roulette, e che quindi nei numeri dispari pubblica BAT STAR ovvero BRICK BRADFORD, e nei pari l’ AGENTE SEGRETO X9 (Secret Agent X9) prima della letale svolta in dirty Corrigan, pertanto chi gliene piaceva uno solo poteva fare a meno di acquistare l’ altro e chi gli facevano schifo tutti e due poteva anche evitare di comperarli entrambi
Come
si sa, verso la fine del 1962 i Fratelli Spada rilevarono da Nerbini
(per il quale da tempo stampavano) gran parte delle collane e quindi
divennero editori.
Però
non si trattò solo di un’azione “meccanica”, cioè di un proseguire un
qualcosa già avviato, ma, e questa collana ne è la prova, i Fratelli
Spada ebbero sin da subito anche le idee chiare per quanto concerne le
nuove proposte. Con la collana degli Albi dell’Avventuroso, che nel nome
richiamava il mitico giornale di fumetti d’anteguerra, pensarono di
re-introdurre due personaggi che mancavano da tempo dalle edicole e che,
se mai avevano avuto una collana tutta per loro, erano comunque passate
alcune generazioni e, per i giovani dei primi anni Sessanta essi erano
invece un’assoluta novità: Bat Star e l’Agente Segreto X-9.
Il
primo, Bat Star, altri non è che Brick Bradford, creato da William Ritt
e Clarence Gray nel 1933, forse il più affascinante fumetto di
fantascienza ed avventura mai apparso. In Italia non ebbe grandi
fortune, sia perché in parte “oscurato” da Flash Gordon e dall’Uomo
Mascherato con i quali condivideva le pagine dei giornali a fumetti, sia
perché passò più volte attraverso cambiamenti di nome (Guido Ventura,
Marco Spada, Antares e poi Bat Star) che ne compromisero una
riconoscibilità. Infine perché le sue avventure, spesso lunghissime,
videro raramente la luce nel formato albo, e piuttosto furono diffuse a
puntate settimanali dai giornali, peraltro spesso incomplete.
Dunque quella dei fratelli Spada fu, di fatto, la prima vera collana a lui dedicata che, con i suoi circa 57 numeri riuscì a dare un’idea composita del personaggio.
Bat
Star a partire dal n° 1 propone una storia domenicale
dall’inizio “inventato” dalla redazione, dove in sostanza si fa un
riassunto di anni e anni di tavole domenicali (dal 1933) per poi
riallacciarsi, dopo poche pagine, alla tavola del 24 settembre del 1944.
Il periodo precedente rimarrà infatti inedito fino all’avvento degli
editori amatoriali, come il Club Anni Trenta. La serie prosegue dunque sino al n° 45 pubblicando la
produzione domenicale edita sino al 1956. Da quel momento in poi si
passa alle strisce giornaliere, senza un ordine cronologico (si parte
infatti dal 1946), per poi via via giungere finalmente con il n° 91 a
quella che (allora) si riteneva essere la prima avventura: Le aquile del pacifico. Limite temporale che, ancora una volta, il Club Anni Trenta colmò con il periodo inedito.
La
collana, a dispetto delle altre di Spada, contraddistinte da copertine
plastiche di Mario Caria, si caratterizza invece per copertine in
“linea” (al tratto) colorate a tinte piatte, ed eseguite in gran parte
dal pesarese Germano Ferri, ma anche da Mario Caria (qui un po’ troppo minimalista e sottotono,
lontano dai suoi tipici mezzi-toni) e, infine, dal buon Franco Picchionni in arte P. Franco.
BRICK BRADFORDOriginal Medium: Newspaper comics |
The daily strip began August 21, 1933, distributed by Central Press Association, which also did the strip Room & Board was named after. This small and little-remembered syndicate was a subsidiary of King Features, a leader in comics since the very beginning. Central specialized in small town papers, so it was some time before Brick was seen in the larger population centers, with their more sophisticated audiences. Nonetheless, readers responded well to storylines involving robots, dinosaurs, sub-atomic worlds and suchlike, and a weekend version was added 15 months later. Many client papers didn’t publish Sunday editions, so the weekend strip debuted on Saturday, November 24, 1934.
Brick was created by writer William Ritt, a journalist based in Cleveland, Ohio (where, just about when Brick debuted, Jerry Siegel and Joe Shuster were starting to develop Superman), and artist Clarence Gray (no relation to Little Orphan Annie creator Harold Gray). Ritt was apparently not shy about displaying his extensive education for the entertainment of readers, as story points often hung on details of classical mythology or the esoterica of modern science. But he was also a devotee of the more popular arts, and plots moved along at the breakneck pace of the best pulp magazine adventures.
Within a few months, the strip was appearing in larger papers, and the weekend version had taken the form of a regular Sunday page. A topper was added on April 20, 1935, called The Time Top. As the title suggests, it involved a top-shaped vehicle that could travel in time — beating out Doc Wonmug’s device in Alley Oop by more than four years, as the first regularly-appearing time machine in comics. This series lasted only a couple of months, but it wasn’t forgotten — on Oct. 17, 1937, the Time Top became a regular part of Brick’s Sunday adventures. Whereas Oop’s time traveling was limited to the past, Brick mostly visited the future. Thus, the entire cosmos became open to him. In the dailies, tho, Brick stuck to the present era.
When King Features got into comic books, so did Brick Bradford. Reprints of the strip appeared in the back pages of King Comics starting with the very first issue (April, 1936), along withBarney Google, Henry, Bringing Up Father and other syndicate properties. (Popeye was the central figure on the cover.) King’s Ace Comics reprinted Brick from 1947-49. He had his own title, also consisting of strip reprints, for a few months in 1948, published by Standard Comics (Fighting Yank, Supermouse). The only original Brick Bradford stories to appear in comic book form were published in the late 1960s by King Comics, in the back pages of titles devoted to The Phantom and Mandrake the Magician.
Brick also appeared in a Big Little Book from Whitman Publishing, and, in 1947, a 12-chapter Columbia Pictures serial.
In the mid-1940s, Ritt apparently grew less interested in Brick Bradford, and the scripts showed it. He finally moved on in 1948, relinquishing first the daily and then the Sunday to Gray. The artist handled the entire job by himself until 1952, when health problems forced him to give up the dailies. Paul Norris, who for four years had been handling Jungle Jim for King, took over. Gray died five years later, whereupon Norris took over the Sunday as well. Norris had already made a mark on comics by co-creating Aquaman for DC, and is also known for his work onSecret Agent X-9, Vic Jordan and other features, but Brick Bradford eventually eclipsed everything else he did in the field.
Brick kept on having adventures for decades, continuing to do so on contemporary Earth in the dailies and in outer space of the future on Sundays; and Norris kept on writing and drawing them. But like most story strips, its circulation gradually decreased. When Norris retired, the Brick Bradford series was retired with him. The final daily appeared on April 25, 1987, and the final Sunday two weeks later.
Il primo viaggiatore del tempo della storia delle nuvole parlanti debuttò in striscia e in b/n nel 1933 sui principali quotidiani Usa della Central Press Association, ma a causa della sua immediata popolarità, già l’anno successivo le pubblicazioni delle strisce debordarono verso la più consumata e consolidata edizione domenicale a colori. Nel 1935 l’eroe fantascientifico conquistava un posto su un periodico a fumetti della King Feature . Creatori del personaggio erano William Ritt e Clarence Gray .
La prima storia dell’avventuroso Brick , è ambientata ad Amarù la città sottomarina. I comprimari di Bradford nelle avventure di Ritt e Gray, sono la “bella” June Salisbury, prima fidanzata e poi moglie di Brick, e lo scienziato amico Kalla Kopak , accanto a loro c’è sempre o quasi il cattivo di turno, il quale molto spesso indossa i panni dello scienziato pazzo nonchè malvagio, altre volte è un capo popolo ribelle, altre ancora un dittatore, nella migliore tradizione dei comics. Disegnatore ufficiale del fumetto dopo la morte di Clarence Gray nel 1956 è diventato Paul Norrische ha seguito l’evoluzione del personaggio per tutta la durata delle sue pubblicazioni fino al 1987 data di conclusione ufficiale della saga.
Brick ha lavorato a lungo anche nel nostro paese, ma visti gli anni in cui si è esibito sui nostri lidi, il suo nome e il suo aspetto sono stati spesso soggetti a “naturalizzazioni autartiche” nella migliore tradizione dell’italia fascista. La chioma bionda di Bradford è stata spesso tinta di nero, colore più italiaco, e il suo nome è diventato: Bruno Arceri , Marco Spada, Guido o Giorgio Ventura oppure ancora Antares e Bat Star.
Brick Bradford è stato portato anche al cinema , e in particolare le avventure del biondo cacciatore di misteri hanno avuto, nel periodo di massimo splendore della serie a fumetti, una serializzazione marcata Columbia intitolata “Il sorprendente soldato di ventura “. L’anno era il 1948 e le puntate della serie furono 15. Nel ruolo di Bradford c’era Kane Richmond mentre June era interpretata da Linda Johnson.
La popolarità di Brick Bradford aumentò in fretta, tanto che fu dato inizio, il 24 novembre1934, ad una ulteriore edizione del fumetto in un supplemento a colori del fine settimana, anche se veniva già pubblicato sull’edizione domenicale dei principali quotidiani già nel 1933. Il 20 aprile 1935, i creatori di Brick Bradford aggiunsero una macchina del tempo (in grado di viaggiare nel passato e nel futuro) chiamata The Time Top (simile a quella che avrà Alley Oopviaggio nel tempo.
In seguito, le serie di Brick Bradford vennero ristampate su albi dalla King Feature, tra cui King Comics, dall’Aprile 1936 (con Barney Google, Henry, Popeye, Bringing Up Father e altri) e Ace Comics, dal 1947 al 1949. Quando le vecchie storie furono ristampate, iniziò una nuova serie con Brick nello Standard Comics (insieme a Fighting Tank e Supermouse), ma la serie fu presto cancellata. Brick Bradford riapparve di nuovo nel 1960 in King Comics, con storie inedite, insieme ad altri classici come The Phantom e Mandrake.
Dal fumetto è stato anche tratto l’omonimo film, una famosa serie di libri (per la collana Big Little Books) e un serial in 15 puntate prodotto dalla Columbia Pictures nel 1947.
Le serie terminarono il 25 aprile 1987. Ritts abbandonò Brick Bradford già nel 1948, Gray ebbe invece problemi di salute nel 1952 mentre Norris (che giunse più tardi, dopo aver aiutato a creare personaggi come Aquaman, Secret Agent X-9, Vic Jordan e Jungle Jim) si ritirò nel 1987.
Dal 21 agosto 1933 alla primavera del 1987 il biondo e scultoreo eroe americano imperversa, a volte con il suo vero nome e più frequentemente sotto mentite spoglie, dalle pagine delle migliori testate italiane. Creato da William Ritt per i testi e Clarence Gray per i disegni , ha modo di spaziare per tutti gli universi conosciuti ed ignoti, spostandosi a suo piacere anche nel tempo a bordo della Cronosfera. Dal 1949 Gray realizza testi e disegni, ma dal 1952 per le striscie quotidiane e dal 1957 alla sua morte anche per le tavole domenicali, il personaggio passa di mano a Paul Norris, un onesto artigiano del disegno che non è certo all’altezza dei suoi predecessori. Così ala l’interesse e, nel 1987, la serie si chiude.
Nel campo dell’ avventura ed in quello della fantascienza, Brick Bradford ci ha offerto alcune delle più interessanti ed avvincenti storie a fumetti. Vent’anni fa un referendum fra i lettori di una rivista specializzata indicò largamente al primo posto “Viaggio in una moneta” come la migliore avventura in assoluto pubblicata fin’allora in Italia.
Apro una parentesi per i lettori che non fossero addentro nel campo dei fumetti (doppiamente benvenuti a questa rubrica). Ho parlato qui sopra di striscie giornaliere e tavole domenicali; negli USA i fumetti vengono pubblicati quasi esclusivamente sui giornali quotidiani che, dal lunedì al sabato, pubblicano in bianco e nero le striscie di diversi personaggi. Ogni striscia è composta da una a 4 figure ed il lettore legge di giorno in giorno come si evolve la trama. L’autore sovente presenta una situazione conclusa nella striscia, ma per le grandi avventure bisogna proprio aspettare il giorno dopo per sapere se il pugno dato è arrivato a destinazione od il bacio richiesto viene concesso o ricusato. Queste sono le striscie giornaliere (SG). Alla domenica si trova invece allegato al giornale un supplemento a colori che contiene gli stessi personaggi della settimana più eventuali altri, ma a piena tavola. Il bello della storia è che la storia (ripetizione voluta ) è quasi sempre diversa da quella in corso durante la settimana. Abbiamo così le tavole domenicali (TD). Diversamente, da noi, salvo qualche eccezione, i fumetti hanno un loro giornale. Capita poi che un editore acquisti i diritti di pubblicazione per le striscie giornaliere ed un suo collega quelli per le tavole domenicali. Negli anni ‘30 succede poi che per distinguersi nella produzione si cambia il nome dei personaggi, e il lettore non ci capisce più nulla. Ad esempio Cino e Franco in versione Nerbini vengono chiamati Tim e Tom su Topolino, giornale che pubblica le tavole domenicali.
Brick Bradford è conosciuto con il suo vero nome quando L’Audace pubblica negli anni ‘30 le sue tavole domenicali, ma su altre testate prende altri nomi. Penso che Brick Bradford sia il personaggio al quale è stato appioppato il maggior numero di nomi diversi.
Settebello, un settimanale umoristico degli anni ‘30 pubblica a puntate la prima avventura giornaliera del nostro eroe chiamandolo Bruno Arceri. Sui Tre Porcellini e su Topolino della Mondadori gli appioppano il nome di Guido Ventura e gli fanno diventare neri i biondi capelli per italianizzarlo. Per la Mondadori vive le sue più belle avventure giornaliere da “Le isole sotto i ghiacci” a “Viaggio in una moneta”, a “La fortezza di Alamoot”, storia edita nel 1938-1940 che per motivi allora incomprensibili fu chiusa bruscamente rimandando il lettore ad altre avventure. I motivi erano politici: il contenuto della storia e la sua provenienza dagli Stati Uniti ne vietavano la prosecuzione: eravamo in guerra. Lessi soltanto trent’anni dopo, in una edizione integrale per collezionisti, come finiva l’avventura.
Nel 1944 in una versione ad album di “Nel mondo degli atomi”, alias “Viaggio in una moneta”, il nostro eroe si chiama Guido Delani. Questa famosa storia ci narra le peripezie di Brick Bradford nel mondo degli atomi. Il professor Kalla Kopak trova il modo di rimpicciolire ed ingrandire all’estremo persone ed oggetti. Costui, assieme a Brick, alla morosa di Brick, e ad un viaggiatore clandestino che farà una brutta fine, parte per un viaggio nell’infinitamente piccolo, in una moneta di rame da un centesimo a bordo di un’enorme sfera munita di tutti gli aggeggi necessari alla bisogna. La sfera si alza dai suoi appoggi, comincia a rimpicciolire rapidamente, si avvicina alla moneta, vi si introduce. Uno degli scienziati che assiste alla scena segue il tutto con il microscopio finché è possibile. Poi tutti si avviano all’uscita del laboratorio per chiuderlo. Ma l’ultimo della fila si blocca: dalla moneta sta già riapparendo la sfera con i nostri eroi reduci dal lungo viaggio in altri mondi abitati da strani esseri, buoni e cattivi, maschi e femmine, con e senza ali. Tutti si erano scordati il vecchio Einstein e la sua legge della relatività: nell’ infinitamente piccolo i tempi sono infinitamente brevi. Così un’avventura che per i nostri eroi è durata dall’ 8 febbraio al 24 luglio 1937, nel nostro mondo è durata sì e no qualche secondo.
Oltre al già citato Giorgio Ventura, abbiamo Antares, Marco Spada, Bat Star: tutti nomi usati di volta in volta dai vari editori per presentare le avventure di Brick in salsa diversa.
Il nostro eroe è stato anche plagiato. Nel 1949, nelle pagine interne de Il Giornalino, compare la storia intitolata “L’isola di Kura-Kura” di un non meglio precisato U. Nava. Penso che la direzione del periodico abbia accettato in buona fede il lavoro di questo signore; la guerra è finita da poco, la conoscenza nel campo fumettistico non è generalmente gran che, i disegni sono bellissimi, il testo per la verità un po’ meno: ovvio che accettino di buon grado di pubblicare la storia. Peccato che i disegni siano semplicemente un collage delle tavole domenicali di Brick Bradford. Al nostro eroe, che compare con il nome di Joan Herbert, hanno solo applicato un paio di baffetti.
Arriviamo finalmente alle edizioni integrali, cronologiche, per collezionisti, quasi sempre non reperibili nei soliti circuiti librari o nelle edicole e che si possono ordinare direttamente agli editori od acquistarle nelle mostre-mercato specializzate. Sono delle magnifiche edizioni che ci permettono finalmente di leggere le avventure di Brick Bradford ed altri eroi dei fumetti in modo integrale e corretto. Anch’io ne sono in possesso. Però il vecchio giornalino che si aspettava di settimana in settimana all’edicola era tutt’un’altra cosa.